Era uncorso d’acqua limpida, tiepida, ricca di vegetazione subacquea, abitata da una fauna incredibilmente numerosa che cercherò di elencare e descrivere.
Era come un’oasi di diversità rispetto all’ambiente che lo circondava. Bastava una minima osservazione per scorgervi una grande varietà di piante e animali attirati da un’acqua diversa, profondamente diversa da quella della Dora Riparia e delle “bealere” dal fiume derivanti, soggette a periodiche manutenzione e “asciutte”.
Due amanti, il cui destino li ha imprigionati in un vortice perenne, e ogni volta la fiamma del loro amore si riaccende ardente.
L’effetto farfalla condurrà alla distruzione, l’amore malato alla condanna, ma la consapevolezza li guiderà alla salvezza.
Mi chiamo Argentea, sono una fata di diciassette anni, principessa nel mondo di Asea. Fino a poco tempo fa, mi sentivo sola e una delle peggiori fate probabilmente mai esistite. Tutto cambiò quando, la minaccia del re del mondo di Inedia Mason ci piombò come una valanga di macigni addosso: ma quello non fu niente in confronto a quando lo vidi per la prima volta: occhi selvaggi che sussurravano follia, violenza e rabbia. Non solo avrei dovuto mantenere la pace fra il mio popolo e il suo, avrei anche dovuto salvare i terrestri, coloro che ai tempi ci hanno costretti ad abbandonare la nostra terra.
Asea vi ha perdonati e anche io, ma non il mondo oltre allo specchio, Inedia. Guerrieri di un regno spietato erano pronti alla vendetta. È giunta l’ora, non sono più sola grazie alla fiducia dei meravigliosi amici che mi sono costruita durante il cammino. Mai avrei creduto di affondare fra le labbra dell’oscurità.
Il libro, antecedente a questo, intitolato Gloria sui campi, riproduce il diario di un ragazzo, Michele Gaudino, che ebbe la ventura di poter seguire da vicino tutte le vicende della guerra del 1859 combattutasi fra i Piemontesi e i Francesi da una parte e gli Austriaci dall’altra, per la unificazione dell’Italia e la sua liberazione dallo straniero.
In seguito alla pubblicazione della Gloria sui campi, gli eredi di Michele Gaudino fecero delle ricerche e riuscirono a scoprire altri frammenti di diario dal quale risulta che l’eroico ragazzo – morto poi sul campo di battaglia di Custoza nel 1866 – prese anche parte all’impresa dei Mille, con Garibaldi, nel 1860; e tale diario formerà materia di questo libro, venendo così ad aggiungersi alle documentazioni già note della leggendaria impresa.
Questo libro contiene un diario: il diario di un ragazzo che ebbe la ventura di poter seguire da vicino tutte le vicende della guerra del 1859 combattutasi fra i Piemontesi e i Francesi da una parte e gli Austriaci dall’altra, per la unificazione dell’Italia e la sua liberazione dallo straniero.
Il diario è fedele, ed è assai vivo perché Michele Gaudino poté scrivere le sue note giorno per giorno, via via che le battaglie si svolgevano – si può dire – sotto ai suoi occhi. Tanto lui che sua sorella Maria, per aiutare il padre nella sua eccezionale fatica, e per entusiasmo patriottico e ragioni sentimentali, furono testimoni di quella gloriosa epopea che è normalmente chiamata “Guerra del 1859”.
Questo Diario è ispirato a una storia vera, anzi, per la precisione, a due storie vere.
La prima, è uno dei tanti tristi episodi verificatisi nel periodo di occupazione tedesca in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il 21 Maggio del 1944, toccò al paesello di San Pietro, in Val di Susa.
L’altra storia, invece, è la mia. Voglio dire, quella dei miei ricordi di giovinezza vissuti, in gran parte, proprio come ospite in quello stesso paesello, soltanto... Riportati indietro nel tempo di circa trent’anni!
Corre l’anno 1943. Torino è sotto i bombardamenti. Chi può, è sfollato nelle vicine campagne sperando in un rifugio sicuro. Margherita è ancora una bambina quando è costretta a lasciare la città con la mamma mentre il papà parte per la guerra. Trovano rifugio nella vecchia villa di famiglia a S. Pietro, una piccola borgata sperduta tra le montagne della Val di Susa, che, da luogo di villeggiatura estiva, diviene, così, la loro nuova casa. Ma per Margherita, quel paesello non è soltanto un posto dove cercare protezione dalle bombe: ai suoi occhi di bambina è un Regno nascosto e misterioso in cui ogni cosa, persona e animale riesce a rivelare il proprio essere meraviglioso. Di quel posto magico fa parte, soprattutto, una persona, Tom, di cui è, certamente, innamorata (anche se lei non lo sa...). Tom è un bambino particolare, che ama guardare le rondini volare alte nel cielo e che vuole diventare, egli stesso, rondine e cielo. Nulla lascia presagire che la guerra si abbatterà con violenza anche lassù. Ma i due bambini non permetteranno a nessuno, neppure per un istante, di rubargli un ricordo o di distruggere i loro sogni e riusciranno, addirittura, a catturare il sole perché la sua luce possa proteggerli per l’Eternità. Margherita annota ogni ricordo di quest’avventura nel suo Diario, un’avventura piena di grande amore e bellezza, o, come dice lei, la “più bella, incredibile e paurosa” che le sia mai capitata.
Jean Baptiste Nansél è un eremita, e vive in una grotta tra gli alti e selvaggi monti del Queyras. Inaspettatamente riceve il coronamento del sogno della sua vita di solitudine e di semplice santità: una Reliquia.
Gliela offre una donna bellissima, che ha il potere di apparirgli. Ma quella Reliquia, un Calice, fa gola a molti, e primo fra tutti al suo principe-vescovo Aymon d’Embrun, che lo imprigiona. Quando i suoi devoti, i cacciatori di lupi del Queyras, compiono un colpo di mano e lo liberano prendendo in ostaggio Artemisia, Colin ed Illait trascinandoli tra le montagne, si stringe il primo nodo di una rete tessuta da Maude de Belley e si spezza la realtà tra il presente e un altro tempo, in un altro luogo, dove tutto può essere stravolto.
Con fughe tra foreste e montagne coperte di neve, tuffi nel passato del giovane druido e momenti nel luogo senza tempo dove diventa reale la più perfetta delle storie d’amore, si compie la lotta tra la parte luminosa e quella buia del Potere.
La lotta tra Illait di Isley e Maude de Belley, depositari di una conoscenza che li fa entrambi perseguitati in un mondo ormai cristiano.
Autunno Anno Mille. Amboise de Montsaivy è chiamato dal signore di Boscozel per curare sua nipote, caduta in un sonno senza risveglio lo stesso giorno in cui la sorella è rinvenuta uccisa. Ma ci sono eventi che Amboise de Montsaivy ha taciuto ad Artemisia, Illait e Colin, che come sempre lo accompagnano, e che vent’anni prima lo hanno strettamente legato alla casa di Vion, con la bella e sfortunata Alix, e alla casa di Boscozel con la feroce follia del suo ultimo signore Rais.
Per Rais ora la venuta di Amboise e la scoperta della giovane Artemisia sono il segno atteso, è la sua ultima occasione per la conquista delle terre del suo nemico. Per Guigues de Vion sono l’accettazione del passato con tutte le sue tragedie, e del futuro con il proprio destino di potere. Ma nel momento piu difficile giunge a Manthes il monaco Leon de Vezélay, strumento della vendetta del suo vescovo. Con la sua venuta gli eventi precipitano, e prendono corpo gli intrighi per confondere e nascondere le molte verita, da quella della morte della piccola nipote di Rais alle verità di vent’anni prima, e tra fughe, agguati, assedi, battaglie e roghi Illait di Isley si ergerà a dispensatore di giustizia.
Erano i primi anni del Settecento e in Europa era in corso una guerra. Lo Stato sabaudo era uscito vincitore dall’assedio condotto dai francesi contro la città di Torino e, contrattaccando, aveva conquistato e riannesso ai suoi territori le alte valli di Susa e del Chisone che da secoli giacevano sotto il dominio francese. Dopo la conquista, diventava oltremodo necessario erigere delle fortificazioni per bloccare un eventuale ritorno dei transalpini, così a Susa, sulla collina della Brunetta, nasceva un’opera imponente: una fortezza dalle dimensioni e dalle caratteristiche mai viste prima. Purtroppo i lavori non procedevano secondo i piani: troppi imprevisti, sabotaggi e fatti misteriosi ne rallentavano la costruzione. Gli operai e la stessa popolazione cominciavano a pensare che vi fosse qualche forza occulta contraria alla sua edificazione. A Torino vi erano forti preoccupazioni anche tra i progettisti, così i comandi militari decisero di affidare il compito d’indagare al capitano Pietro Ducco, comandante delle squadre che operavano nelle gallerie della Cittadella. L’ufficiale era molto apprezzato per la sua intelligenza e si era già distinto, qualche anno prima, durante l’assedio francese. Iniziava così l’avventura di questo giovane che, con i suoi uomini, cercherà di svelare il mistero. Pietro sarà investito da un insieme di fatti che lo coinvolgeranno sia sul piano professionale... sia su quello personale.