Le montagne che uniscono Valsusa con la Dora Riparia e Brianzonese con la Durance sono da sempre caratterizzate dalla peculiarità di svolgere un’azione di cerniera tra territori e popoli molto più che di segnare un confine tra stati. Certo le guerre hanno diviso gli spartiacque che vengono rafforzati con fortificazioni che hanno separato uomini e donne che questi luoghi hanno vissuto, plasmato e modificato. Le fortificazioni che tanto hanno intimorito le genti dei due versanti, non hanno impedito le frequentazioni ed i commerci tra le differenti comunità alpine. Sono loro, nel maestoso contesto alpino che le ospita, le vere protagoniste di queste escursioni con le miniere, i manufatti, i luoghi nel tempo, nella dimensione della riscoperta di un passato, remoto e prossimo, ancora strettamente correlato con il presente.
Gli itinerari di questo libro sono stati scelti per essere raggruppati a tematiche storico-artistiche, dove anche l’aspetto naturalistico e paesaggistico è di primaria importanza. Se con il trattato di Utrecht del 1713 l’Alta Valle della Dora passava al Piemonte, ha conservato però manifestazioni artistiche, architettoniche e figurative di tradizione ancora tipicamente francofona, per ragioni di vicinanza e di affinità che neanche i nuovi confini hanno potuto cancellare. I due territori della Durance e della Dora, francese e italiano, sono caratterizzati infatti da molti valichi stradali che consentono facilmente l’accesso ad entrambi i versanti con ampie vallate caratterizzate da ricchezze che ben attestano la comune appartenenza.
Piloti, tantissimi piloti: campioni qualcuno. Tra gli uni e gli altri, in centovent’anni di storia, la Susa-Moncenisio ha visto sfilare, lungo i tornanti della antica strada napoleonica che sale verso il Moncenisio, migliaia di persone.
Gli spettatoriappassionati di motori, pronti ad applaudire i loro “Cavalieri del Rischio” – così Enzo Ferrari amava definirei grandi piloti che la Susa-Moncenisio hanno corso – e le tante persone che, spesso dietro le quinte, hanno contribuito a mantenere viva una competizione che èanche un pezzo della nostra storia,patrimonio immateriale unico e speciale.
Ogni volto ha un nome e ogni nome è legato ad una storia. Storie anche minime che, insieme, fanno la storia speciale della Susa-Moncenisio.
Un testo che è un invito a camminare con gli occhi aperti, sugli antichi sentieri e sulle mulattiere di guerra che la valle ha sostenuto come confine con la Francia e prima ancora percorsa dagli eserciti romani. Mulattiere e strade militari che consentono di raggiungere cime altrimenti dimenticate per la loro altezza. Sentieri che stimolano a conoscere una valle così ricca di storia e di arte che non ha uguali in Piemonte. I boschi e le praterie e i rimpianti ghiacciai danno a questa pubblicazione un’impronta magica ed originale nella spiegazione ambientale e storica che l’autrice dedica ad ogni escursione. I rifugi descritti ricordano la storia degli alpinisti italiani e prima ancora stranieri che hanno conquistato le cime inviolate delle Valli di Susa.
La Valsusa vanta un passato millenario, tra invasioni e battaglie, sottili trame diplomatiche, alleanze e tradimenti. I Savoia ne plasmarono il destino e resero per sempre la valle e i suoi valichi, Moncenisio e Monginevro, terra sabauda.Vittorio Amedeo II fu tra i grandi che ne scrissero la storia, legandola saldamente a Torino, che strenuamente difese dall’assedio del 1706. Il libro ripercorre tra storie, leggende e curiosità le alterne vicende della Valle e la Torino juvarriana, che ancora mostra una sobria eleganza. Pensata dal Duca per essere degna capitale di un regno è compresa in una linea ideale dal Castello di Rivoli, culla dei futuri Re, alla Basilica di Superga, ultima solenne dimora.
Il grande ciclismo racconta storie gloriose e leggendarie legate al colle di Sestriere. Storico soprattutto per lo sport. Il colle dei record, l’unica montagna al mondo ad aver ospitato quattro eventi che nessun’altra può vantare ed allestire. L’Olimpiade invernale di Torino 2006, i Mondiali di sci alpino ’97, ma soprattutto tappe del Giro d’Italia e tappe del Tour de France. Ripetutamente.
Sestriere è stato il primo colle affrontato dal Giro d’Italia nel 1911, più di un secolo fa. Vi lasciamo immaginare le strade che dovettero percorrere nella scalata i pionieri delle corse in bicicletta. E il Tour de France è arrivato la prima volta nel ’52. Ecco perché sono davvero tante e piacevoli le imprese da leggere e da ricordare sulle nostre montagne.
Storie e imprese davvero leggendarie dei campioni di ciclismo a Sestriere ed in Valle Susa. I pionieri d’inizio novecento, costretti a salire a piedi su quelle strade, Camusso forte in salita e in discesa, Bartali che vince un’auto Balilla, la Cuneo-Pinerolo di Coppi e poi di Bitossi. I grandi scalatori stranieri, da Gaul a Bahamontes sino a Fuente, Anquetil contro Poulidor, lo strapotere di Hinault. L’irresistibile Merckx, i duelli fra Saronni e Moser, la rivelazione Indurain, le lacrime e la folla esaltata da Chiappucci, sino a Pantani, per chiudere il Novecento e in attesa dei protagonisti del terzo millennio, sul Colle dei Giochi Olimpici 2006 e sul Colle delle Finestre, grande novità recente per lo sport della bicicletta. Un lungo e piacevole racconto di oltre un secolo di sfide.
Molte sono ormai le guide turistiche dedicate alla Via Francigena che, peraltro, ha una percorribilità abbastanza incerta. Questa però è la storia dei diversi percorsi che hanno attraversato i paesi della Valle di Susa e Cenischia con gli antichi ricoveri di accoglienza, per lo più religiosi, che sono sopravvissuti e mantengono inalterato il loro fascino nel tempo. Sono così descritti nelle loro particolarità i paesi che dal Monginevro e dal Moncenisio si incontrano nella città di Susa e di qui, fino a Torino attraverso la bassa Valle di Susa. Anche se la viabilità attuale della Via Francigena è incerta, questo è un testo che richiede più storia che abilità e resistenza fisica.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Questa guida intende presentare al visitatore, in modo semplice e sintetico, l’ambiente storico ed artistico che ha visto nascere la Susa romana, l’Abbazia di Novalesa, la Sacra di S. Michele, il forte di Exilles o il borgo medievale di Avigliana, ambiente che si compone di decine di frammenti d’arte, testimonianze importanti che spesso richiedono un intervento conservativo urgente, come purtroppo accade a buona parte del patrimonio artistico italiano.
I venti mesi della lotta resistenziale, a partire dall’8 settembre, vengono qui focalizzati soprattuttoin un determinato limite territoriale che coincide con le zone alpine, le valli e le città del Piemonte in cui quel movimento nacque e si affermò. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale non coinvolse soltanto i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione, le donne in primo piano, gli operai nelle fabbriche, i soldati che dissero di No alle lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile, oltre che militare, che coinvolse una parte significativa della popolazione, come riconosciuto dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 settembre 2016 ha apposto sul Gonfalone della Regione Piemonte la Medaglia d’oro al Merito civile per il ruolo avuto dalla popolazione durante la lotta di Liberazione.