Era uncorso d’acqua limpida, tiepida, ricca di vegetazione subacquea, abitata da una fauna incredibilmente numerosa che cercherò di elencare e descrivere.
Era come un’oasi di diversità rispetto all’ambiente che lo circondava. Bastava una minima osservazione per scorgervi una grande varietà di piante e animali attirati da un’acqua diversa, profondamente diversa da quella della Dora Riparia e delle “bealere” dal fiume derivanti, soggette a periodiche manutenzione e “asciutte”.
Imparare a conoscere e osservare uccellie mammiferi, dalla montagna alla pianura
Il portamento altero dell’aquila e la regalità del cervo. Forcelli che si affrontano sulle arene per la conquista di una femmina, la curiosità dell’ermellino, il mistero dei gruccioni che portano con sé un pezzo d’Africa, le movenze eleganti degli svassi nella danza d’amore, la frenesia dei codibugnoli e la presenza defilata del lupo.
Tutto questo e altro ancora viene raccontato dalle fotografie e dalle schede tecniche di questo libro in cui, a farla da padroni, sono i mammiferi e gli uccelli, parte essenziale dello straordinario mondo della fauna piemontese. Conoscerli ed emozionarsi, come per un incontro durante un’escursione.
La millenaria storia illustrata della prima Capitale d’Italia
L’area dove sorge Torino è come un grande scrigno ricco di storia. Furono i Taurini, una popolazione celto-ligure, i primi colonizzatori della grande piana torinese, la loro presenza fu rilevante, tanto che dal loro nome derivò, in seguito, quello della città.
Sotto l’impero di Augusto nacque Julia Augusta Taurinurum, la città romana i cui segni, come la Porta Palatina, sono ancora visibili ai giorni nostri.
Il Medio Evo vide la vecchia città romana mutare sulla base delle esigenze dell’epoca.
In seguito vi fu l’arrivo dei Savoia e Torino assunse un ruolo sempre più importante, fino a diventare a pieno titolo e con grande merito la Capitale d’Italia.
E la storia continua...
Per una grande moltitudine di esseri umani esistono luoghi che, almeno una volta nella vita, devono essere visitati. Come la Mecca per i praticanti la religione di Maometto; tempo addietro per i cristiani il luogo santo era la città di Gerusalemme sede della Passione e della Crocifissione di Gesù, al punto che, quando divenne impossibile andarci, furono costruiti i Sacri Monti, come quelli di Varallo e di Crea, sostitutivi del pellegrinaggio in Terra Santa. Per un piemontese, il luogo che almeno una volta nella vita deve conoscere è la Sacra di San Michele.
Superga, un nome connesso a una lunga storia: la liberazione di Torino dall’assedio francese del 1706, l’erezione della grandiosa Basilica per onorare il voto del duca Vittorio Amedeo II in vista della battaglia liberatrice, l’arrivo a Torino di Filippo Juvarra. La costruzione della Basilica diede anche un grande impulso all’economia degli abitanti dell’area collinare che, attraverso il turismo domenicale, una pratica all’epoca quasi sconosciuta, videro accrescere le loro possibilità di lavoro e di guadagno. Dopo l’acquisizione del titolo regio, Vittorio Amedeo II pensò anche di fare di Superga il mausoleo di Casa Savoia: un luogo che raccogliesse tutte le salme degli appartenenti alla sua famiglia, come già avveniva in seno alle grandi dinastie europee. I successori dello Juvarra realizzarono un sacrario nel quale furono inseriti monumenti sepolcrali di raffinata bellezza. Superga è un nome legato anche alla tragedia che vide l’aereo che trasportava i giocatori del Grande Torino schiantarsi contro il terrapieno sul quale si erge la basilica. Fu un fatto terribile che non colpì solo il mondo dello sport ma tutta Italia pianse la perdita di una squadra che aveva fatto capire agli Italiani, usciti sconfitti e umiliati da un terribile guerra, che si poteva tornare a essere vincenti.
I venti mesi della lotta resistenziale, a partire dall’8 settembre, vengono qui focalizzati soprattuttoin un determinato limite territoriale che coincide con le zone alpine, le valli e le città del Piemonte in cui quel movimento nacque e si affermò. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale non coinvolse soltanto i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione, le donne in primo piano, gli operai nelle fabbriche, i soldati che dissero di No alle lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile, oltre che militare, che coinvolse una parte significativa della popolazione, come riconosciuto dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 settembre 2016 ha apposto sul Gonfalone della Regione Piemonte la Medaglia d’oro al Merito civile per il ruolo avuto dalla popolazione durante la lotta di Liberazione.
Questo libro si propone di conoscere Torino, troppo spesso considerata solo città dell’automobile, come metropoli elegante e austera nello stesso tempo, dalle molteplici sfaccettature: antica capitale del regno sabaudo, culla del Risorgimento, città industriale e laboriosa che ha saputo anche reinventarsi e divenire polo di innovazione e di sperimentazione culturale, senza peraltro dimenticare i suoi Santi sociali, Cottolengo e Don Bosco, che ancora oggi ne connotano lo spirito assistenziale.
È conosciuta per le sue regge, per le eleganti piazze, per i suoi monumenti ricchi di storia, per il Museo del Cinema e per il Museo Egizio, secondo solo a quello del Cairo, ma che sorprende anche per certe sue “curiosità” inaspettate, gelosamente custodite con sobria riservatezza dai Torinesi,parsimoniosi e quasi restii a mostrare le loro meraviglie. Percorrere la città senza fretta, gustandone l’atmosfera borghese, le raffinate architetture, i bei viali ampi, che ne fanno una piccola Parigi, le vie dritte, i parchi, e soprattutto, soffermarsi su alcune peculiarità, per così dire minori, ma non per questo meno interessanti, è quanto suggeriamo negli itinerari di questa guida che non ha la pretesa di essere esaustiva, ma vuole “incuriosire”, “mettere sul gusto” il turista che intraprende il suo “petit tour” di scoperta.
Il grande ciclismo racconta storie gloriose e leggendarie legate al colle di Sestriere. Storico soprattutto per lo sport. Il colle dei record, l’unica montagna al mondo ad aver ospitato quattro eventi che nessun’altra può vantare ed allestire. L’Olimpiade invernale di Torino 2006, i Mondiali di sci alpino ’97, ma soprattutto tappe del Giro d’Italia e tappe del Tour de France. Ripetutamente.
Sestriere è stato il primo colle affrontato dal Giro d’Italia nel 1911, più di un secolo fa. Vi lasciamo immaginare le strade che dovettero percorrere nella scalata i pionieri delle corse in bicicletta. E il Tour de France è arrivato la prima volta nel ’52. Ecco perché sono davvero tante e piacevoli le imprese da leggere e da ricordare sulle nostre montagne.
Storie e imprese davvero leggendarie dei campioni di ciclismo a Sestriere ed in Valle Susa. I pionieri d’inizio novecento, costretti a salire a piedi su quelle strade, Camusso forte in salita e in discesa, Bartali che vince un’auto Balilla, la Cuneo-Pinerolo di Coppi e poi di Bitossi. I grandi scalatori stranieri, da Gaul a Bahamontes sino a Fuente, Anquetil contro Poulidor, lo strapotere di Hinault. L’irresistibile Merckx, i duelli fra Saronni e Moser, la rivelazione Indurain, le lacrime e la folla esaltata da Chiappucci, sino a Pantani, per chiudere il Novecento e in attesa dei protagonisti del terzo millennio, sul Colle dei Giochi Olimpici 2006 e sul Colle delle Finestre, grande novità recente per lo sport della bicicletta. Un lungo e piacevole racconto di oltre un secolo di sfide.
“L’opera vuol dare una rassegna rapida e sommaria, ma precisa e pratica a tutte le località verso le creste e le vette, che presentano i requisiti di aria fina, di paesaggio attraente, di passeggiate ed escursioni, di servizi e comodità turistiche sufficienti per farne luoghi di soggiorno, di cura climatica, di villeggiatura, di basi alpinistiche, insomma luoghi adatti per brevi soste e per prolungate vacanze, per il riposo e per lo svago, per il ricupero delle energie fisiche e per il sollievo dello spirito.
Le cartine geografiche delle valli, le piante delle località più importanti, le numerose illustrazioni fotografiche che corredano il volume intendono rendere più eloquente ed efficace l’invito che esso rivolge ai lettori, il consiglio che esso fornisce a ciascuno per la scelta della meta più conforme ai suoi bisogni e ai suoi gusti, l’aiuto positivo che esso porge per risparmiare tempo, fatica e dispendio nella ricerca della sistemazione che a ciascuno meglio piaccia”.
Tutte le notizie riportate nel presente volume sono riferite agli anni ’50 dello scorso secolo, di conseguenza se si vogliono tener conto delle situazioni attuali si raccomanda di confrontarle con guide aggiornate ad oggi...
Molto materiale fotografico deriva da riproduzioni di vecchie cartoline di quel periodo.
L’editore declina ogni responsabilità di qualsiasi genere sull’esattezza delle notizie se paragonate all’attualità.
Piloti, tantissimi piloti: campioni qualcuno. Tra gli uni e gli altri, in centovent’anni di storia, la Susa-Moncenisio ha visto sfilare, lungo i tornanti della antica strada napoleonica che sale verso il Moncenisio, migliaia di persone.
Gli spettatoriappassionati di motori, pronti ad applaudire i loro “Cavalieri del Rischio” – così Enzo Ferrari amava definirei grandi piloti che la Susa-Moncenisio hanno corso – e le tante persone che, spesso dietro le quinte, hanno contribuito a mantenere viva una competizione che èanche un pezzo della nostra storia,patrimonio immateriale unico e speciale.
Ogni volto ha un nome e ogni nome è legato ad una storia. Storie anche minime che, insieme, fanno la storia speciale della Susa-Moncenisio.