Tutte le riproduzioni racchiudono un sapore di vita nostra che, se i più non ricordano, ancora vive, forse inconscio, nello spirito valligiano... e turistico.
Tutte le riproduzioni contribuiscono a dare la più suggestiva testimonianza di un tempo a noi vicino, ma che, dato il ritmo incalzante degli eventi, già ci appare lontanissimo.
Il desiderio di conoscere e di far conoscere un passato spesso travagliato, ma sempre civile, in cui affondano le nostre radici, ha spinto gli Autori, a suo tempo, a presentarcelo in forma e con mezzi moderni: la fotografia.
Tre libri di immagini: opere di studio ma anche di diletto, che deliberatamente rompono con un facile folklorismo e ci presentano semplicemente quadri autentici di vita degli avi. Il testo non è greve per concetti pesanti o ermetici e, pur trasparendovi una evidente aspirazione alla volgarizzazione, nulla concede alla tentazione di facili formule commerciali.
Libri di studio e insieme guide turistiche, che spingono il valligiano a scoprire ed onorare un passato spesso dimenticato ed il turista a soffermarsi sulle bellezze paesistiche ed artistiche di cui è ricca la Valle di Susa fino al centro di Torino e a penetrare, per meglio comprenderlo, il rude spirito alpigiano.
I castelli in Piemonte rappresentano un patrimonio vario ed estremamente affascinante. Molti castelli, come li vediamo oggi, nel tempo sono stati oggetto di rifacimenti, ristrutturazioni, restauri e se di alcuni siti si possono osservare dei ruderi, altri si sono perfettamente conservati come preziosi e vivi documenti di un’epoca.
Questa raccolta di castelli delle varie province del Piemonte è una selezione che, insieme al racconto di 75 dimore medioevali, ha anche l’intento di invitare a considerare queste costruzioni come protagonisti del paesaggio; costruzioni che innegabilmente offrono spazio all’immaginazione e all’emozione.
Questo libro si propone di conoscere Torino, troppo spesso considerata solo città dell’automobile, come metropoli elegante e austera nello stesso tempo, dalle molteplici sfaccettature: antica capitale del regno sabaudo, culla del Risorgimento, città industriale e laboriosa che ha saputo anche reinventarsi e divenire polo di innovazione e di sperimentazione culturale, senza peraltro dimenticare i suoi Santi sociali, Cottolengo e Don Bosco, che ancora oggi ne connotano lo spirito assistenziale.
È conosciuta per le sue regge, per le eleganti piazze, per i suoi monumenti ricchi di storia, per il Museo del Cinema e per il Museo Egizio, secondo solo a quello del Cairo, ma che sorprende anche per certe sue “curiosità” inaspettate, gelosamente custodite con sobria riservatezza dai Torinesi,parsimoniosi e quasi restii a mostrare le loro meraviglie. Percorrere la città senza fretta, gustandone l’atmosfera borghese, le raffinate architetture, i bei viali ampi, che ne fanno una piccola Parigi, le vie dritte, i parchi, e soprattutto, soffermarsi su alcune peculiarità, per così dire minori, ma non per questo meno interessanti, è quanto suggeriamo negli itinerari di questa guida che non ha la pretesa di essere esaustiva, ma vuole “incuriosire”, “mettere sul gusto” il turista che intraprende il suo “petit tour” di scoperta.
Fra le fortificazioni alpine sabaude, il forte di Bard è il solo che è giunto praticamente intatto e con l’aspetto che aveva fin dai tempi della sua ricostruzione (1838). Riaperto dopo un accurato intervento di restauro, è diventato in pochi anni un complesso che ospita eventi culturali e informativi di grande rilievo nel quadro dell’offerta turistica della Valle d’Aosta. Un polo conosciuto e apprezzato in tutta Italia e anche all’estero. Questo libro vuole essere uno strumento per comprendere meglio la storia della fortezza e porla in relazione con l’importanzastrategica che essa ha rappresentato nel corso dei secoli. Una fortezza di sbarramento resa celebre dall’assedio di Napoleone Bonaparte e ricostruita dai Savoia che la mantennero in piena efficienza per tutto l’Ottocento. Fatti, vicende e memorie che meritano di essere conservate per comprendere la ragione di un monumento così importante per la vita dei paesi della bassa Valle d’Aosta.
Sulla batteria dello Chaberton, il “forte delle nuvole”, nel tempo si è raccontato e scritto molto. Oggigiorno, dai fatti di quel tragico giugno 1940, i resti del “forte più alto d’Europa” non smettono di suscitare curiosità ed emozioni nei numerosi visitatori che ogni anno ne esplorano le strutture. Oltre ai fatti bellici, alle cronache, ai dati tecnici essenziali per comprendere le caratteristiche e l’innovazione tecnologica che, all’epoca della sua costruzione, rappresentava, Chaberton Misterioso vuole essere un innovativo strumento per approfondire le vicende di questa straordinaria opera di ingegneria militare.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
“L’opera vuol dare una rassegna rapida e sommaria, ma precisa e pratica a tutte le località verso le creste e le vette, che presentano i requisiti di aria fina, di paesaggio attraente, di passeggiate ed escursioni, di servizi e comodità turistiche sufficienti per farne luoghi di soggiorno, di cura climatica, di villeggiatura, di basi alpinistiche, insomma luoghi adatti per brevi soste e per prolungate vacanze, per il riposo e per lo svago, per il ricupero delle energie fisiche e per il sollievo dello spirito.
Le cartine geografiche delle valli, le piante delle località più importanti, le numerose illustrazioni fotografiche che corredano il volume intendono rendere più eloquente ed efficace l’invito che esso rivolge ai lettori, il consiglio che esso fornisce a ciascuno per la scelta della meta più conforme ai suoi bisogni e ai suoi gusti, l’aiuto positivo che esso porge per risparmiare tempo, fatica e dispendio nella ricerca della sistemazione che a ciascuno meglio piaccia”.
Tutte le notizie riportate nel presente volume sono riferite agli anni ’50 dello scorso secolo, di conseguenza se si vogliono tener conto delle situazioni attuali si raccomanda di confrontarle con guide aggiornate ad oggi...
Molto materiale fotografico deriva da riproduzioni di vecchie cartoline di quel periodo.
L’editore declina ogni responsabilità di qualsiasi genere sull’esattezza delle notizie se paragonate all’attualità.