Il volume che state per leggere racconta la storia di un uomo e di un’epoca attraverso i tanti legami e contatti con la realtà del suo tempo e del suo luogo. L’uomo è Aldo Moine. Il suo tempo è quello dei nostri giorni. Il suo spazio è quello della nostra città, Rivoli, e dei luoghi che lo hanno visto nascere e crescere, Giaveno e Collegno. Ma è soprattutto il racconto di un’esperienza unica: una grande passione per un’arte raffinata, la pasticceria, diventata anche trampolino di lancio per una vita vissuta sempre a pieno ritmo, con entusiasmo, con passione, con la capacità di trasmettere valori positivi e di mettersi perennemente alla prova, quasi una sfida alle convenzioni e al destino.
La storia di Aldo Moine e della sua famiglia si tinge di vari colori, quei colori che rappresentano la vita, la capacità di crescere, di credere che, se si vuole, tutto, o quasi tutto, si può fare. Anche quando il percorso è difficile. Sullo sfondo, come su un grande palcoscenico, ecco la Via Maestra di Rivoli, asse portante di una città nella quale il Caffè Pasticceria Moine assume le sembianze di un bel salotto.
Da ferroviere dilettante ho avuto la gradita sorpresa di suscitare l’interesse e il consenso dei lettori; la prima edizione è stata esaurita in breve tempo. Ora, accogliendo le cortesi richieste di amici, amatori, enti, il libro viene nuovamente pubblicato grazie all’interessamento di un giovane e dinamico editore particolarmente interessato ad argomenti di storia piemontese e della valle di Susa. La prima parte è dedicata alle vicende della Mont-Cenis Railway con un accenno alle altre ferrovie Fell; per chi vuole descrizioni e dettagli tecnici c’è la seconda parte, in cui sono illustrate le locomotive e i particolari dispositivi. Un cordiale ringraziamento va allo storico ferroviario inglese F.K. Pearson, che ha fornito molte interessanti notizie dal suo inesauribile archivio e a Mr. J. Cooke per le belle stampe da riviste dell’epoca e all’Institution of Civil Engineers di Londra che ha rintracciato i disegni tecnici della prima locomotiva Fell.
Fra le fortificazioni alpine sabaude, il forte di Bard è il solo che è giunto praticamente intatto e con l’aspetto che aveva fin dai tempi della sua ricostruzione (1838). Riaperto dopo un accurato intervento di restauro, è diventato in pochi anni un complesso che ospita eventi culturali e informativi di grande rilievo nel quadro dell’offerta turistica della Valle d’Aosta. Un polo conosciuto e apprezzato in tutta Italia e anche all’estero. Questo libro vuole essere uno strumento per comprendere meglio la storia della fortezza e porla in relazione con l’importanzastrategica che essa ha rappresentato nel corso dei secoli. Una fortezza di sbarramento resa celebre dall’assedio di Napoleone Bonaparte e ricostruita dai Savoia che la mantennero in piena efficienza per tutto l’Ottocento. Fatti, vicende e memorie che meritano di essere conservate per comprendere la ragione di un monumento così importante per la vita dei paesi della bassa Valle d’Aosta.
Il percorso della mulattiera, con partenza da dietro la chiesa di San Giovanni Vincenzo, ai piedi del castello abbaziale nel comune di Sant’Ambrogio di Torino, si inerpica fino alla borgata di San Pietro, proseguendo poi il sentiero si incontra il piazzale della Croce Nera e quindi il Sepolcro dei Monaci, fino alla Sacra di San Michele, con un dislivello di 609 mt. e una distanza di circa 3 Km.
Nel 1943 un Comitato si organizza e progetta il primo Santuario della Signora di Fatima in Italia. Il fascino spirituale del luogo è rappresentato, oltre che dal Santuario di Fatima in borgata San Pietro, dalle quattordici croci in pietra disposte lungo il percorso della mulattiera che simboleggia la Via Crucis. L’idea maturò ed iniziò il
23 febbraio 1943 e terminò il 16 maggio dello stesso anno. Calcolando il momento storico, gli scarsi mezzi a disposizione, i pochi soldi, ecc., è stato davvero un mezzo miracolo grazie anche all’aiuto di tutti i cittadini.
Questo libro è la mia testimonianza, quella di una giovane infermiera che ha affrontato e vissuto il Covid-19 da molto vicino: accanto ai pazienti.
È la realtà di una piccola struttura vissuta attraverso gli occhi, la testa, il cuore e lo stomaco di un’infermiera durante la pandemia.
Un diario atipico perché non scritto tutti i giorni, ma solo quando c’era bisogno.
Non vuole essere una dettagliata descrizione degli avvenimenti, ma semplicemente un racconto a tratti impreciso per le troppe emozioni provate che riporta solo ciò che la mente ricordava.
Per molti giorni il foglio di Word è stato un confidente a tarda sera, quando era impossibile dormire ed era troppo tardi per chiamare qualcuno.
Questo testo è stato un rifugio, ma anche una denuncia per affermare quanto nessuno di noi fosse pronto a gestire una pandemia, ma anche un forziere dove rinchiudere avvenimenti e sensazioni provate prima che il tempo iniziasse ad affievolirne i dettagli.
Le 7 del mattino. Puntuali come sempre, i passi di una ragazza risuonano sotto le finestre dell’appartamento di Leo Delfos, si interrompono bruscamente e non riprendono più.
Che ne è stato della ragazza? L’indagine porterà Leo a scoprire una torbida vicenda d’amore e denaro che coinvolge il piccolo universo del V arrondissement e arriva fino ai salotti buoni di una Parigi elegante e insospettabile.
“La scuola, il libro e il moschetto. Testimonianze sull’istruzione primaria nel Ventennio” ripercorre le tappe, a partire dalle riforme di fine ottocento, che portarono alla nascita della scuola fascista.
La ricerca è stata condotta attraverso i registri scolastici, che riportano i dettami del regime, e i quaderni dei quali sono stati analizzati sia le copertine, usate come mezzo di propaganda, sia i componimenti che dimostrano che il fascismo entrò nella scuola, ma non riuscì a penetrare del tutto nelle menti dei giovani allievi che di lì a poco lottarono per riottenere la libertà perduta.
La guerra sulle Alpi nella Conca di BARDONECCHIA e il Battaglione EDOLO nel 1944-1945
La storia ritrovata è un avvincente viaggio sulle creste di confine della conca di Bardonecchia, alla ricerca della storia dell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale attraverso il ritrovamento di reperti sul terreno e l’esplorazione dei luoghi vissuti dai soldati. Il libro descrive chi erano le truppe al fronte, in particolare gli alpini del battaglione Edolo della RSI, i Gebirgsjäger della 5a Divisione Die Gams, le forze francesi della FFI e le formazioni partigiane nella zona di Bardonecchia, attraverso un processo induttivo che parte dai ritrovamenti ed arriva a stabilire dove e come vivevano questi uomini. Oltre alle trecento foto, molte delle quali inedite, completano la ricostruzione storica diversi documenti, in parte finora sconosciuti, e testimonianze esclusive di alcuni reduci che hanno raccontato le loro affascinanti storie agli autori. Una raccolta di numerosi reperti e informazioni che ci ha permesso di definire un’inedita verità sui luoghi e sulle vicende del Btg. Edolo.