La narrazione fantastica ha radici ancorate nel passato dei popoli. Tradizione orale, racconto che nasce dalla memoria di un narratore, uomo o donna poco importa, e si anima nelle sue parole, nella sua voce, che assume forma scritta per conservarne e diffonderne la memoria.
Il legame magia-leggenda è inscindibile. Il miracolo di un santo, un gatto nero che si scopre essere il diavolo, oppure una masca o una bàsura. Tutto è magico nelle leggende, fantastico, una commistione tra realtà e invenzione, è creatività narrativa trasmessa di bocca in bocca, lungo il corso delle epoche storiche.
Chiunque si accinga a piantare uno, dieci, cento alberi da frutto deve rispettare alcune regole fondamentali senza le quali collezionerà soltanto fallimenti e delusioni.
Questo manuale nasce col solo scopo di aiutare tutti coloro che, amanti della frutticoltura a livello dilettantistico, come chi scrive, evitino di compiere tutti gli errori che noi abbiamo commesso e di provare tutte le amarezze che noi abbiamo provato.
Un piccolo pezzo di terra, possibilmente vicino a casa è capace di dare molte soddisfazioni, ma per ottenerle occorre rispettare alcune regole fondamentali ed evitare così amare delusioni.
Un manuale che nasce proprio con lo scopo di aiutare gli amanti dell’orto a livello dilettantistico a evitare di compiere tutti gli errori più comuni. Questo volume, con curatissimi disegni che sembrano dei veri e propri appunti, tratta in modo accessibile ai “non addetti ai lavori” questa materia che necessita soprattutto dell’esperienza di chi “ci ha già provato”.
Margherita: è il nome della prima Regina che l’Italia, nata dalle guerre del Risorgimento, ha avuto. Fu definita anche “regina di cuori nell’Italia unita”.
Oggi si tende a considerarla la prima grande “influencer” di un’Italia, quella tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, che stava rapidamente cambiando e che trovò proprio nella sua personalità la figura più carismatica per l’inizio di un’era nuova, capace di rappresentare, anche nei segni del cambiamento, le impronte più significative della dinastia dei Savoia.
Nel volume Bruna Bertolo ci presenta, attraverso il racconto e le molte immagini presenti,il ritratto di una sovrana che, a cento anni dalla sua scomparsa, continua a suscitare un grande interesse. Visse con gioia e impegno un carismatico ruolo femminile, trionfando ovunque, tra la povertà della gente comune e la grandiosità delle corti del tempo. Incantata dai progressi della tecnica e consapevole che la donna doveva incamminarsi su sentieri nuovi, rappresentò la prima figura “regale” dell’Italia moderna.
Chi era la Maschera di ferro? Frutto di una leggenda fiorita tra il XVII e il XVIII secolo in ambienti francesi oppure una figura storica realmente esistita? Questa è la domanda che ha incuriosito gli storici, fin da quando il filosofo Voltaire venne a sapere della sua esistenza e collocò il misterioso prigioniero tra i parametri della realtà. Cercare oggi le tracce della Maschera di ferro è indubbiamente un’operazione rischiosa perché la leggenda e il mito sono dietro l’angolo e possono adulare lo studioso, indicando false piste. Ma abbiamo pensato che comunque vale la pena di tentare: sebbene la vicenda sia soprattutto un fatto storico francese, i suoi punti chiave insistono in due località dell’attuale Piemonte, a Pinerolo e al forte di Exilles. Di quale segreto era depositario quel prigioniero guardato a vista? Qualcosa di molto grave e importante, che avrebbe potuto sconvolgere le sorti di un paese. Senza la pretesa di svelare una volta per tutte l’enigma, cercheremo di fornire qualche risposta, operando senza preconcetti, lasciando che siano gli indizi e le tracce a parlare. Un contributo che offrirà al lettore un quadro generale sufficientemente ampio e uno stimolo ad approfondire la questione.
Annibale: “Troverò una strada o ne farò una”. W. Goethe: “Cerco di osservare ciò che ho sempre sotto gli occhi, il giardino di casa, la mia strada. E tutto mi sorprende”.
Questo libro è un paradosso. Sì, perché offre la possibilità di vedere una delle meraviglie paesaggistiche dell’arco alpino, ricco di bellezza e di storia, proprio “grazie” alle guerre che resero necessarie strade militari. Sonproprio questi tracciati che oggi consentono di godere di luoghi di inaspettata bellezza della Valle Cenischia e della Valle dell’Arc in Maurienne con minore fatica e difficoltà.
La strada fu per le guerre e i militari oggetto di studio per il passaggio degli eserciti, per un escursionista è la possibilità di raggiungere vette superiori ai 3.000 metri con relativa facilità.
Le strade congiungono, collegano, attraversano, superano gli ostacoli del tempo, le strade ci aprono gli orizzonti dell’anima e ci guidano alla scoperta e alla bellezza. In passato raggiungevano l’ospizio del Moncenisio e l’abbazia di Novalesa che ospitavano poveri pellegrini che affrontavano viaggi anche nelle bufere degli inverni.
Questo libro segue dunque con un filo ideale, ma storico, le diverse strade che collegano il Moncenisio con la Maurienne, seguendo il passaggio di Carlo Magno per sconfiggere i Longobardi e perché no anche l’ardita ipotesi che pure Annibale fosse passato di qui. La Strada Reale, voluta dai Savoia per collegare Torino, la capitale, alla Savoia, loro terra d’origine, attraverso il valico del Moncenisio. E poi Napoleone che costruì l’attuale statale 25 superando i limiti della Strada Reale. Ma non solo. Attraverso le strada emergeranno le antiche contese e la storia della diga del Moncenisio, frutto di contrattazione tra Francia e Italia che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il Trattato di Parigi, cederà anche la Piana del Moncenisio alla Francia.
Che dire poi delle fortificazioni in posizioni strategiche, dei laghi e della vette panoramiche di una zona che ancora conserva cime glaciali, distese prative, fenomeni carsici un tempo appartenenti all’Italia. In clima di europeismo poco importa dove i confini tracciano l’appartenenza di una nazione, l’importante è che questo paesaggio resti testimonianza di secoli di storia.
Attraverso le vicende delle mondariso, Bruna Bertolo riapre pagine di Storia che hanno per protagoniste assolute le donne, le tantissime donne, di ogni età, che affrontarono il duro lavoro nelle risaie. Una storia “corale”, in cui le vicende personali si inseriscono nel duro percorso del riconoscimento dei diritti, attraverso lotte che, dalla fine dell’800 agli anni 60 del secolo scorso, hanno visto in prima fila quelle lavoratrici che vissero in prima persona le difficili stagioni del riscatto sociale. In quel “mare a quadretti” che caratterizzaancora oggisoprattutto il paesaggio del Piemonte e della Lombardia, l’autrice inserisce in un percorso cronologico, accompagnato da un grande bagaglio iconografico, la storia oramai quasi entrata nel mito di quelle mondine raccontate anche dal celebre film “Riso Amaro”, inserendole in un quadro molto ampio fatto di ricordi, di canti, di scioperi, di scontri …. e qualche volta anche di amori.