Sull’intero romanzo aleggia la misteriosa figura di Tànit, dea cartaginese, ritenuta anche protettrice delle streghe. Il protagonista l’ha idealizzata traendola da un bassorilievo di epoca romana ritrovato nei pressi di Borgone di Susa. Le musiche del film “Les parapluies de Cherbourg” fanno da colonna sonora al romanzo stesso. Il protagonista è un novarese poco più che cinquantenne, con trentennale esperienza in campo informatico. Tipo solitario, amante della propria terra, delle montagne della Valsesiae della natura in genere. Periodicamente si rifugia nella casa di Ciantüsèl, frazione di Borgone di Susa, dove in gioventù trascorreva le proprie estati presso la vecchia zia Virginia, “magna Ginia”, che si definiva la “masca buona” della casa, da lei chiamata “La capanna del Signore”. Durante una di queste permanenze, appare Martine, sua cugina di Ginevra, con la quale aveva avuto una breve relazione trent’anni addietro. Martine si porta dentro un doloroso segreto. Il racconto si sviluppa intorno ai due protagonisti, con fugaci ritorni del passato ginevrino e con l’apparente presenza di “magna Ginia”. Nell’intrecciarsi delle vicende di quei giorni trascorsi insieme nella vecchia casa, entrambi riusciranno a fare delle scelte risolutive per l’avvenire. Dopo essersi ritrovati, daranno l’addio alle rispettive quotidianità, dedicandosi al recupero delle terre abbandonate, con il ritorno ad una dimensione più umana in una natura pronta ad accogliere…
Questo libro è la mia testimonianza, quella di una giovane infermiera che ha affrontato e vissuto il Covid-19 da molto vicino: accanto ai pazienti.
È la realtà di una piccola struttura vissuta attraverso gli occhi, la testa, il cuore e lo stomaco di un’infermiera durante la pandemia.
Un diario atipico perché non scritto tutti i giorni, ma solo quando c’era bisogno.
Non vuole essere una dettagliata descrizione degli avvenimenti, ma semplicemente un racconto a tratti impreciso per le troppe emozioni provate che riporta solo ciò che la mente ricordava.
Per molti giorni il foglio di Word è stato un confidente a tarda sera, quando era impossibile dormire ed era troppo tardi per chiamare qualcuno.
Questo testo è stato un rifugio, ma anche una denuncia per affermare quanto nessuno di noi fosse pronto a gestire una pandemia, ma anche un forziere dove rinchiudere avvenimenti e sensazioni provate prima che il tempo iniziasse ad affievolirne i dettagli.
Il volume che state per leggere racconta la storia di un uomo e di un’epoca attraverso i tanti legami e contatti con la realtà del suo tempo e del suo luogo. L’uomo è Aldo Moine. Il suo tempo è quello dei nostri giorni. Il suo spazio è quello della nostra città, Rivoli, e dei luoghi che lo hanno visto nascere e crescere, Giaveno e Collegno. Ma è soprattutto il racconto di un’esperienza unica: una grande passione per un’arte raffinata, la pasticceria, diventata anche trampolino di lancio per una vita vissuta sempre a pieno ritmo, con entusiasmo, con passione, con la capacità di trasmettere valori positivi e di mettersi perennemente alla prova, quasi una sfida alle convenzioni e al destino.
La storia di Aldo Moine e della sua famiglia si tinge di vari colori, quei colori che rappresentano la vita, la capacità di crescere, di credere che, se si vuole, tutto, o quasi tutto, si può fare. Anche quando il percorso è difficile. Sullo sfondo, come su un grande palcoscenico, ecco la Via Maestra di Rivoli, asse portante di una città nella quale il Caffè Pasticceria Moine assume le sembianze di un bel salotto.
La storia di un uomo che partendo da un piccolo paese della Valle di Susa in provincia di Torino, Caprie dov’è sempre vissuto, ha girato il mondo seguendo le sue passioni: i motori e le corse automobilistiche. Attraverso i suoi racconti, le sue foto, gli appunti del suo archivio, numerosi articoli di libri e riviste per i quali ha collaborato, senza dimenticare il materiale web, si parla della sua vita, la giovinezza tra i partigiani nel periodo della Liberazione, la sua partecipazione impegnata nella vita sociale del suo comune e principalmente delle corse di cui è stato di volta in volta protagonista diretto stando al volante o dietro le quinte, fino ai record mondiali con vetture speciali. Tutto questo senza mai dimenticare l’amore per la famiglia che è stato il motore che lo ha guidato per tutta la vita.