Un viaggio che ripercorre la storia sulle strade di quella che fu la presenza, al di qua delle Alpi, del Delfino di Francia. Con incursioni nella toponomastica del territorio dell’alta valle, una ricognizione del patrimonio storico architettonico, aulico e popolare, riportato a nuova luce: Exilles, San Restituto, il campanile di Foresto. Anticipazione, questa, dell’anniversario della società e della rivista volute, entrambe, da monsignor Savi.
E, ancora, accenti sulla monumentale Sacra di San Michele e sull’evoluzione urbanistica di Chiomonte.
Saggi del volume
• Amazas, frazione di Oulx, “Zamasà” nell’occitano locale
• Tre toponimi nella conca di Bardonecchia: Jafferau, Colomion, Millaures
• Exilles: i lavori di restauro della Chiesa di San Pietro Apostolo e della Casa Canonica
• Perché un parroco restaura una chiesa
• La Grangia di Vaie, un’ex azienda agricola di antica proprietà monastica
• Il campanile di Foresto, ricordo di monsignor Severino Savi
• Delfino Gagnor, un artista ignorato
• Della Sacra di San Michele ovvero una storia di intrighi internazionali di Santi e meno Santi
• Reprint - Dinamica aggregativa e modulazioni edilizie in Chiomonte
NOVITA'- Puoi ascoltare le fiabe sonore utilizzando il QRcode!
I nove racconti che riporta il testo sono stati trascritti dalle registrazioni vocali della Mamma dell’autrice, raccolti in momenti e luoghi diversi. La trasposizione fonetica in forma scritta è stata ottenuta con il prezioso aiuto di esperti a cui va un doveroso ringraziamento. Le tre versioni di ogni storia non sono letteralmente coincidenti poiché ogni volta che venivano raccontate la Narratrice aggiungeva o cambiava dei particolari, pur conservando il filo del discorso e il suo significato morale. Ora che sono scritte, spetta al lettore interpretare e arricchire le storie, magari possono ancora servire per incantare e stimolare la fantasia di qualche nipotino…
Le squadre di calcio della Valle di Susadal 1920 al 2010
Abbiamo sfogliato sessant’anni di pubblicazioni de “La Valsusa” trenta di “Luna Nuova” ricercato sui libri locali e consultato l’intero archivio della Federazione Italiana Gioco Calcio. Abbiamo intervistato decine di giocatori, ex calciatori, dirigenti e presidenti. La raccolta di fotografi e che nel corso dei mesi abbiamo avuto il piacere di scoprire e archiviare supera il migliaio. Nonostante tutto questo siamo sicuri di aver dimenticato qualcuno, siamo certi che qualche giocatore non si ritroverà nelle fotografi e pubblicate. Sarà per la prossima. A questo universo così variegato risalgono le immagini in bianco e nero di inizio Novecento, quando di certo gli sport che andavano per la maggiore, anche in Valle, erano le bocce e la bicicletta. Negli anni 20, probabilmente la palla rotolava già in tanti Comuni, ma poche realtà erano già organizzate per “gieughe a balon”.
Il Maglificio F.lli Bosiodi Sant’Ambrogio di Torino
Ci sono fili che intrecciano tessuti e fi li che intrecciano relazioni e vicende. I tessuti avvolgono i nostri corpi e arredano molti dei nostri spazi, le relazioni e le vicende impegnano i nostri cuori e i nostri ricordi. Dai corpi, dagli spazi, dalle relazioni e dai ricordi prende forma la storia. Una fabbrica, il Maglificio F.lli Bosio, e un paese, S.Ambrogio, le cui vicende per un certo periodo furono fortemente intrecciate. È una storia che nasce nel 1871, a dieci anni dall’Unità d’Italia, in un periodo di grandi trasformazioni, inizio del processo di industrializzazione che ha visto la bassa valle di Susa fortemente coinvolta. L’architettura, il ciclo di lavorazione, i passaggi di proprietà, ma soprattutto le persone che hanno animato lo stabilimento raccontano la fabbrica. Le vicende delle altre importanti realtà ad essa collegate, come l’Asilo infantile e la Società Operaia, contribuiscono a delineare sullo sfondo la vita del paese, nei giorni sempre uguali così come nei momenti drammatici della sua storia recente.
Rinaldo Trappo, nato a Bussoleno, in provincia di Torino, il 16 gennaio 1917 fu ordinato sacerdote nel 1939. Nel 1941 fu arruolato del 1° Reggimento Alpini come cappellano militare e partecipò alla guerra di Grecia. Nel dicembre 1942 partì per la guerra in Russia e visse la ritirata. Nel 1943 fu aggregato al Battaglione Ceva presso il Brennero. Il 9 settembre, prigioniero dei tedeschi, venne internato nei lager di detenzione da dove fu liberato nel 1945. Negli anni cinquanta, nominato Cappellano Militare ausiliario, fu inviato come missionario in Belgio e Svizzera. Nel 1953 cominciò l’insegnamento nella scuola elementare di Foresto. Sarà il primo italiano, nel 1980, a ritornare sulle rive del Don. Per i suoi merito militari e civili ricevette: tre croci al merito, il distintivo di volontario della Liberazione, il cavalierato e la commendatura della Repubblica. Divenne cittadino onorario di Meana di Susa e Leinì e fu nominato monsignore. Morì nel 2010.
di Torino, Val Susa, Val Chisone e Savoia 1706 – 1713
Questo libro intende trattare la storia militare dello Stato sabaudo durante la Guerra di Successione di Spagna, negli anni che intercorsero tra l’assedio di Torino del 1706 ed il Trattato di Utrecht del 1713.
La scelta di tale periodo è dovuta al fatto che la storiografia, lo ha spesso messo in secondo piano,se non dimenticato, mentre furono anni di estrema importanza per lo Stato sabaudo che videro la sua trasformazione da ducato a regno. Il testo inizia con le note vicende dell’assedio e della battaglia di Torino del 1706, poi s’addentra in una ricerca storiografica sugli eventi che hanno caratterizzato gli anni successivi: dalla Campagna di Tolone alla riconquista di Susa del 1707.
Prosegue poi con l’esaltante Campagna delle Alpi del 1708 che portò alla conquista di Exilles e di Fenestrelle, per seguire in modo esauriente le vicende degli anni successivi fino al Trattato di Utrecht del 1713. Benché il libro tratti prevalentemente l’aspetto militare, vengono messi sullo stesso piano anche i risvolti politici e sociali che hanno interessato le popolazioni che si trovarono coinvolte nel turbinio degli eventi.