In copertina resta il “sigillo”che ricorda i sessant’anni, per l’omaggio a monsignor Severino Savi fondatore del sodalizio e del periodico: una straordinaria documentazione fotografica per un attento testimone del patrimonio storico-artistico della Valle. È una ghiotta anticipazione in attesa dei 1300 anni dell’abbazia di Novalesa.
La Valsangone è una vasta conca verde che si apre tra le valli Susa e Chisone, trenta chilometri a ovest di Torino, dove ancora si respira quella cultura contadina che, per secoli, ne ha plasmato l’ambiente. Una valle ricca di storia che, sulle montagne e lungo i sentieri che la percorrono, conserva le memorie delle lotte partigiane, delle solenni traslazioni delle salme dei Savoia alla Sacra di San Michele, delle storiche battaglie tra piemontesi e francesi, dei soggiorni di Pirandello e Augusto Monti e delle leggende che sfumano nell’incerto confine tra terra e cielo.
La maggior parte delle escursioni proposte in questa raccolta è alla portata di tutti coloro che, dotati di normali capacità sportive, si appassionano alla conoscenza dell’ambiente alpino. Si sono deliberatamente evitati gli itinerari più complessi per fare conoscere la valle di Susa a tutti, anche a coloro che non sono dotati di particolari abilità sportive, o attitudini all’altezza, con tre eccezioni: lo Chaberton, il Thabor e il Rocciamelone. Tutte tre le cime superano i tremila metri e sono stati scelte con le seguenti motivazioni: lo Chaberton è una vetta troppo ricca di storia per non descriverla e perché non ha comunque difficoltà escursionistiche, se non la lunghezza; il Thabor si trova alla testata della valle Stretta, una delle valli più belle d’Europa; il Rocciamelone, non richiede particolari abilità se non un po’ di allenamento dato il dislivello ed è il simbolo della religiosità valsusina. Si è cercato anche di rappresentare in modo significativo la valle con itinerari insoliti e brevi, con passeggiate anche di mezza giornata che esplorano le borgate abbandonate e altre signorilmente ristrutturate, ma tutte inserite in quello splendido ambiente naturale che è la valle centrale e le sue vallate tributarie ampie e soleggiate. Sono state evitate tutte quelle escursioni che richiedono abilità ed attrezzatura allo scopo di facilitare i principianti e le famiglie che vogliono invogliare i bambini alla conoscenza della natura montana.
In Sognando di volare, l’autrice Giorgia Bellone, vi porta all’interno di un viaggio alla scoperta di luoghi che solo apparentemente possono sembrare lontani e fuori dal tempo.
Con le immagini, gli odori, i suoni e le emozioni narra la storia di Ottavio Allasio, deportato civile nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un viaggio il cui scopo consiste nel mettere in luce il percorso che ha condotto Ottavio dall’essere un ragazzino di quindici anni al diventare un uomo adulto, dal momento in cui è stato brutalmente portato via dalla sua casa e dai suoi affetti.
Partendo da un affetto forte, come quello che lega una nipote al proprio nonno, Gorgia Bellone armonizza tra loro i racconti del nonno Ottavio, con esperienze di vita vissuta insieme a lui, da nipote. Muovendosi tra emozioni personali e volontà di smuovere le coscienze a dar maggiore peso alla storia, il romanzo si pone l’obiettivo di stimolare il lettore a far tesoro delle storie degli avi per poter divenire adulti consapevoli e far si che grazie a tali consapevolezze, le nuove generazioni possano scrivere una nuova storia.
Dai primi vescovi cristiani alla nascita dei principati quattrocenteschi, passando attraverso le invasioni barbariche, le lotte tra Longobardi e Franchi, le minacce dei Saraceni, le stagioni convulse dell’anarchia feudale, gli interventi di Federico Barbarossa, l’esperienza dei Templari, l’affermazione dei Liberi Comuni: un millennio di storia piemontese, dal IV al XIV secolo, nel quale le vicende regionali riflettono i grandi scenari dell’Europa cristiana. Il volume ricostruisce con rigore scientifico e semplicità narrativa un percorso tanto carico di suggestione quanto ancora poco conosciuto.
Il Medioevo è stato demonizzato come età oscurantista dall’Illuminismo ed esaltato come stagione mitica dal Romanticismo. In realtà, esso è stato l’uno e l’altro insieme: un’epoca ricca di contrasti e di turbolenze, ma anche di originalità e di energia, in cui andò definendosi il nuovo Occidente romano-cristiano.
Il volume, è ricco di ben 608 pagine con oltre 730 fotografie, documenti d’archivio, foto d’epoca e di oggi. Ha un chiaro intento divulgativo, rivolto ad una fascia di persone che vogliono sapere qualcosa di più su questo periodo storico finora poco esplorato: dall’800 ai giorni nostri, mettendo sempre in primo piano l’uomo.
Dalle Alpi alle vette dell’Afghanistan, la Brigata Alpina ‘Taurinense’ celebra sessant’anni di storia dalla costituzione ad oggi, raccontati in un ricco volume fotografico di 192 pagine a colori con testi di Gianni Oliva. Oltre cinquecento immagini degli archivi della ‘Taurinense’ propongono un viaggio attraverso sei decenni al servizio del Paese, passando per la vita in montagna, le esercitazioni NATO in Norvegia e le missioni in Mozambico, nei Balcani e in Afghanistan con le testimonianza dei protagonisti, tra i quali alcune celebrità come Giampiero Boniperti, Giorgetto Giugiaro e Luca Mercalli.
Il 16 aprile 1952 il Generale Angelo Corrado assume il comando della Brigata alpina ‘Taurinense’. Nel suo saluto di investitura, il generale dice però le cose necessarie: in primo luogo, egli ricorda i caduti delle Divisioni ‘Cuneense’ e ‘Taurinense’, stabilendo un legame di continuità ideale con l’esperienza di cui la nuova Brigata è erede; in secondo luogo, fa appello alla “nostra tenacia” e alla “nostra perseveranza” per superare le difficoltà, richiamando i valori morali fondanti dell’identità alpina; in terzo luogo, cita le Brigate “consorelle Julia e Tridentina”, proiettando la nuova unità nel progetto complessivo di rifondazione dell’esercito Italiano. Il battesimo della rinata ‘Taurinense’ non potrebbe avere un ordine del giorno più “alpino”.
Il Maglificio F.lli Bosiodi Sant’Ambrogio di Torino
Ci sono fili che intrecciano tessuti e fi li che intrecciano relazioni e vicende. I tessuti avvolgono i nostri corpi e arredano molti dei nostri spazi, le relazioni e le vicende impegnano i nostri cuori e i nostri ricordi. Dai corpi, dagli spazi, dalle relazioni e dai ricordi prende forma la storia. Una fabbrica, il Maglificio F.lli Bosio, e un paese, S.Ambrogio, le cui vicende per un certo periodo furono fortemente intrecciate. È una storia che nasce nel 1871, a dieci anni dall’Unità d’Italia, in un periodo di grandi trasformazioni, inizio del processo di industrializzazione che ha visto la bassa valle di Susa fortemente coinvolta. L’architettura, il ciclo di lavorazione, i passaggi di proprietà, ma soprattutto le persone che hanno animato lo stabilimento raccontano la fabbrica. Le vicende delle altre importanti realtà ad essa collegate, come l’Asilo infantile e la Società Operaia, contribuiscono a delineare sullo sfondo la vita del paese, nei giorni sempre uguali così come nei momenti drammatici della sua storia recente.