Storia e immagini degli alpini e degli artiglieri da montagna dalla guerra del 1943-45, passando all’esercito della Nato, fino ai giorni nostri. Nel primo volume (1872-1943) abbiamo conosciuto i nostri vecchi, i nostri nonni quelli che senza timore di smentite possiamo ben dire abbiano fatto la storia, l’epopea del nostro meraviglioso corpo. Ora invece partiamo dal 1943, dapprima gli anni difficili per tutti e poi gli anni di ricostruzione, del boom economico e poi del lento declino della nostra economia. Anni che hanno sempre avuto nelle nostre brigate, nei nostri reggimenti, battaglioni e compagnie il luogo in cui la maggior parte di noi ha trascorso i mesi scanzonati di quella leva che purtroppo demagogia e politica hanno cancellato. Non ci resta che sperare nella mininaja, dove già parecchi nostri ragazzi hanno potuto provare in pillole quella che era la vita di caserma, le fatiche delle marce, la disciplina formativa. Dall’archivio fotografico dell’autore sono uscite immagini curiose di momenti di naja, di grandi adunate, di feste. Grazie quindi anche ai fedeli custodi di questo patrimonio visivo, a tutti coloro che hanno aderito con passione ed entusiasmo all’appello lanciato mesi orsono mentre il progetto librario prendeva corpo.
Si tratta della presenza in bassa Valle di Susa, per quasi un anno, tra il 1941 e il 1942 del 5° reggimento alpini qui raccolto per l’addestramento prima della partenza per la campagna di Russia, un’avventura che per molti fu senza ritorno. Contiene oltre 30 testimonianze di reduci provenienti dalle province dell’alta Lombardia, oltre alle persone della zona che avevano conosciuto questi soldati.
Con questa pubblicazione il ‘Comitato Tridentina 1942-2018’, nato all’interno delle sezioni di Torino, Asti e Val Susa dell’Associazione Nazionale Alpini, vuole ricordare la partenza per la Russia, avvenuta nel luglio 1942 dalle stazioni ferroviarie di Torino, Asti, Chivasso, Avigliana e Collegno, delle unità e dei reparti della divisione alpina Tridentina, che avevano soggiornato per un anno in Piemonte svolgendo qui la preparazione per la nuova campagna di guerra. Per gli alpini piemontesi è un dovere morale ricordare quei giovani lombardi e veneti, che sono stati ospitati per un anno in questa regione, anche per le indicibili sofferenze cui sono andati incontro poco dopo in quella disastrosa campagna di guerra e per i tanti che non sono più tornati. L’anno trascorso in Piemonte fu per quei giovani alpini un periodo sereno prima della tempesta e in questo libro si ripercorrono quei dodici mesi grazie alle notizie raccolte non solo nei diari storici della divisione, ma anche nelle testimonianze dei reduci intervistati in questi anni, nei loro diari, in alcune pubblicazioni e nel racconto di due scrittori, Nuto Revelli e Mario Rigoni Stern, che facevano parte della Tridentina ed erano stati nel torinese prima di partire per la Russia.
La guerra sulle Alpi nella Conca di BARDONECCHIA e il Battaglione EDOLO nel 1944-1945
La storia ritrovata è un avvincente viaggio sulle creste di confine della conca di Bardonecchia, alla ricerca della storia dell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale attraverso il ritrovamento di reperti sul terreno e l’esplorazione dei luoghi vissuti dai soldati. Il libro descrive chi erano le truppe al fronte, in particolare gli alpini del battaglione Edolo della RSI, i Gebirgsjäger della 5a Divisione Die Gams, le forze francesi della FFI e le formazioni partigiane nella zona di Bardonecchia, attraverso un processo induttivo che parte dai ritrovamenti ed arriva a stabilire dove e come vivevano questi uomini. Oltre alle trecento foto, molte delle quali inedite, completano la ricostruzione storica diversi documenti, in parte finora sconosciuti, e testimonianze esclusive di alcuni reduci che hanno raccontato le loro affascinanti storie agli autori. Una raccolta di numerosi reperti e informazioni che ci ha permesso di definire un’inedita verità sui luoghi e sulle vicende del Btg. Edolo.
Chi legge questo libro nella speranza di trovare una descrizione di itinerari è parzialmente fuori strada. Certo i dati tecnici sono stati indicati chiaramente e in modo dettagliato, ma ogni escursionista-esploratore se non è dotato di cartina non è che un turista da agenzia. Carta alla mano allora ed altimetro per scoprire tutti i segreti che il libro cerca di svelare in una raccolta di proposte escursionistiche e turistiche che investono tutto l’anno, che giorno per giorno dimostrano come la valle di Susa e le valli tributarie, che modellano i confini di questo territorio come una foglia di platano, offrono ai camminatori curiosi. Che cos’è allora questa raccolta?
È un inno alla valle di Susa, tanto sfruttata e bistrattata, tanto accusata e utilizzata, ma che offre scenari di rara bellezza al tramonto sul Seguret con le sue cargnole rossastre o al primo mattino, al sorgere del sole dal Rocciamelone. Non solo. In inverno quale sorpresa nello svegliare i villaggi addormentati sotto la neve con gli sci o le ciaspole! E poi, tornando indietro nel tempo, tentare di visitare questa valle quando ancora viveva della sua economia, senza impianti di risalita o autostrade e inspiegabili progetti di trafori sotto i ghiacciai del massiccio d’Ambin!. Che emozione pensare che questa valle aveva floridi commerci e che il primo traforo d’Italia lo ha fatto proprio Cavour a Bardonecchia…ma anche le attività più umili, le fienagioni, le miniere e le cave di estrazione. E poi le guerre, le soldataglie, le fortificazioni, le gallerie, la storia dei militari che hanno vissuto nel freddo e nella paura e che hanno costruito quel patrimonio di strade militari che portano in alto e che poche vallate hanno, così panoramiche e percorribili. Per non dimenticare la vita della povera gente, i balli sui prati per celebrare i raccolti, i lutti e le miserie, le partenze e le emigrazioni. Ecco, la valle di Susa è tutto questo. L’autrice ha cercato di rappresentarlo sperando di avvicinarsi il più possibile alla cultura di un tempo, seppure con occhi lontani, ma pieni di ammirazione per le potenzialità che questa valle avrebbe ancora se solo gli amministratori attuassero una politica più oculata, nella speranza che la valle torni a rivivere, attraverso i sogni di qualche giovane fiducioso, il suo passato glorioso.
• Storia di alcuni illustri valsusini che si distinsero nelle Marine Militari italiane
• Le radici della marineria in Valle di Susa
• Una biografia. Rapporto sul salvataggio della London Valour
• Operazione Boat People 1979: la Marina Militare in soccorso dei profughi vietnamiti nel Mar Cinese Meridionale
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• Un’interpretazione delle iscrizioni del portale dello Zodiaco a San Michele della Chiusa
• Storie di monasteri mai nati. La tradizione tourangelle di san Martino nella valle della Dora Riparia tardomedievale: “Joste les monz pres de la Suse”
• Bruzolo, all’ombra della storia. Fatti poco noti della storia del castello tra XVII e XVIII secolo
• La miniera del Rugèt a Gravere
• “A peste, fame et bello libera nos, Domine”. Il contagio e la fede nella Valle di Susa dal Medioevo all’Ancien Régime
• “Si Deus est pro nobis, quis contra nos?” I graffiti di “Casa Ronsil” a Chiomonte: una lettura complessa
• Lungo la Via delle Stelle: la cappella dimenticata di san Giacomo e san Cristoforo di Susa
• Novità per il pittore Cesare Antonio Filippo Tana
• Ermelino Matarazzo. A cento anni dall’incidente mortale a Bruzolo
• Bardonecchia, Grange Gleise, 1982: inizia la rinascita dell’architettura montana
• “Chan dou Couèn” di Oulx. Significato del toponimo e sue parentele linguistiche
Attualità
• Bardonecchia celebra il 150° del traforo del Fréjus
• Traifiori. Richi Ferrero, in occasione del 150° del traforo del Fréjus
• La spada di luce dell’Arcangelo Michele dalla Sacra all’Universo
Notizie
• Relazione del presidente all’Assemblea dei Soci 2021
• “In memoriam”. Ricordo di Roberto Follis
• Il violinista cieco di San Giorio
• Voci della rotaia. Sigla F.S. a quota 2.000 (reprint)
Il volume si propone di approfondire le vicende segusine degli ultimi decenni, con incursioni tra approfondimenti storici, antiche botteghe, personaggi dimenticati, segni d’artista, riflessioni sull’architettura segreta della valle. A disposizione l’accurata ricerca sulla vita amministrativa, con l’elenco di tutti coloro che chiamati dai cittadini si sono messi a servizio della Città. Ma anche di chi, in ruoli diversi, ha segnato in profondità l’identità segusina, dai Vescovi ai parroci, dalla borghesia ai commercianti, ai pittori, agli interpreti dell’arte antica del Teatro che avrà presto a disposizione, lo auspichiamo, un luogo dedicato.