Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
In Valle d’Aosta, Piemonte, Riviera Ligure10/25 giugno 1940
Il 10 giugno 1940, l’Italia entrava in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. I primi quindici giorni dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale ebbero come teatro delle operazioni proprio la frontiera occidentale del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Riviera Ligure. Poche ore dopo il discorso di Mussolini le prime bombe cadevano nella notte su Torino. Poi il rombo del cannone tuonò sulle montagne e i soldati italiani attaccarono i francesi che, protetti dalle opere fortificate, erano ben decisi a resistere. Il racconto di quei giorni rivive in queste piacevoli pagine di storia per non dimenticare le testimonianze di quei protagonisti che si trovarono, loro malgrado, proiettati in una serie di eventi epocali che avrebbero cambiato la propria esistenza e il volto del paese.
Dopo l’8 settembre 1943 e per tutto il 1944-45 la guerra ritornò sulle Alpi occidentali. Un fronte difficile, di sicuro molto meno importante e conosciuto della lineaGustav nell’Italia meridionale. Sulla cresta delle Alpi si combatté per mesi una strana guerra di posizione. Da una parte le truppe alleate e quelle del risorto esercito francese del generale De Gaulle, che non avevano la forza di passare all’offensiva in un terreno così aspro. Dall’altra alcuni reparti tedeschi della Wehrmacht, affiancati dalle divisioni della Repubblica Sociale di Mussolini, schierati in difensiva per bloccare l’aggiramento delle forze stanziate nella Pianura Padana. De Gaulle, ormai sicuro della vittoria alleata, attendeva il momento opportuno per scatenare l’offensiva finale ed occupare le aree occidentali del Piemonte e della Valle d’Aosta. Territori che voleva rivendicare come riparazione per l’attacco contro la Francia del 1940. L’ultima battaglia delle Alpi, combattuta pochi mesi prima della Liberazione e della conclusione definitiva del conflitto, fermò ancora una volta gli attaccanti sulle creste di confine, giocando un ruolo determinante nello stabilire gli equilibri dell’immediato dopoguerra.
Due amanti, il cui destino li ha imprigionati in un vortice perenne, e ogni volta la fiamma del loro amore si riaccende ardente.
L’effetto farfalla condurrà alla distruzione, l’amore malato alla condanna, ma la consapevolezza li guiderà alla salvezza.
Mi chiamo Argentea, sono una fata di diciassette anni, principessa nel mondo di Asea. Fino a poco tempo fa, mi sentivo sola e una delle peggiori fate probabilmente mai esistite. Tutto cambiò quando, la minaccia del re del mondo di Inedia Mason ci piombò come una valanga di macigni addosso: ma quello non fu niente in confronto a quando lo vidi per la prima volta: occhi selvaggi che sussurravano follia, violenza e rabbia. Non solo avrei dovuto mantenere la pace fra il mio popolo e il suo, avrei anche dovuto salvare i terrestri, coloro che ai tempi ci hanno costretti ad abbandonare la nostra terra.
Asea vi ha perdonati e anche io, ma non il mondo oltre allo specchio, Inedia. Guerrieri di un regno spietato erano pronti alla vendetta. È giunta l’ora, non sono più sola grazie alla fiducia dei meravigliosi amici che mi sono costruita durante il cammino. Mai avrei creduto di affondare fra le labbra dell’oscurità.
I laghi sono sempre stati un elemento attrattivo capace di suscitare i sentimenti più vari; dalla quiete riposante al sogno, dall’ansia al mistero, dalla curiosità all’estasi della bellezza. Sulle loro sponde sono sorti villaggi, borghi, cittadine dove gli uomini hanno creato con quell’acqua, mai del tutto conosciuta, un’intimità profonda che hanno scritto, quasi scolpito nelle case, fissato nei mestieri, tramandato nelle tradizioni.
Scoprire un borgo e il suo lago significa dunque entrare nel frammento di una microscopica storia, unica e irripetibile, penetrandone gli anfratti più reconditi e i segreti più taciuti e infine aprire gli occhi sulla meravigliosa diversità di ognuno di quei fantastici e celati mondi.
Un lungo percorso storico per raccontare in modo semplice il cammino dell’uomo nella Valle di Susa, terra di grandi montagne, di zone di confine, di passaggi di truppe e di soldati in ogni tempo. Attraverso il racconto di Bruna Bertolo e Gianni Oliva emerge il ritratto, nei suoi elementi essenziali, di una Valle che ha vissuto nel corso dei secoli profondi cambiamenti e trasformazioni, ponendosi spesso come ponte verso i destini d’Italia. Una terra ricca di tesori d’arte, che parla della dura realtà montanara di un tempo, che rivela la fatica dell’emigrazione, che racconta gli inizi della realtà industriale e le pagine della lotta partigiana. Una grande Valle con una storia straordinaria.
Giovanni Carron e la nascita di Buttigliera nel contesto dello Stato sabaudo dei secoli XVII e XVIII e delle riforme di Vittorio Amedeo II.
Le proprietà terriere, le coltivazioni e gli allevamenti. Le abitazioni, l’istruzione e il sistema scolastico. La sanità, le epidemie di colera e l’armadio farmaceutico. La leva militare nelle guerre risorgimentali. Le vie di comunicazione e i mezzi di trasporto. La costruzione della ferrovia e l’avvento del telegrafo. Il nuovo acquedotto.
L’industrializzazione, la famiglia Vandel e la costituzione della comunità di Ferriera.
I primi conflitti di lavoro. Il triste declino della famiglia Carron. Le avversità e i lutti nella prima Guerra Mondiale. Strade, vie e piazze, la toponomastica attraverso il tempo.
Il libro, antecedente a questo, intitolato Gloria sui campi, riproduce il diario di un ragazzo, Michele Gaudino, che ebbe la ventura di poter seguire da vicino tutte le vicende della guerra del 1859 combattutasi fra i Piemontesi e i Francesi da una parte e gli Austriaci dall’altra, per la unificazione dell’Italia e la sua liberazione dallo straniero.
In seguito alla pubblicazione della Gloria sui campi, gli eredi di Michele Gaudino fecero delle ricerche e riuscirono a scoprire altri frammenti di diario dal quale risulta che l’eroico ragazzo – morto poi sul campo di battaglia di Custoza nel 1866 – prese anche parte all’impresa dei Mille, con Garibaldi, nel 1860; e tale diario formerà materia di questo libro, venendo così ad aggiungersi alle documentazioni già note della leggendaria impresa.
Camillo Cavour, chi era costui? Un raffinato politico? Un grande uomo di Stato? Un tessitore di trame non sempre limpide?
Il grande costruttore dell’Italia unita? Un uomo dal carattere scontroso e irascibile? Uno che voleva, a tutti i costi, raggiungere gli obbiettivi prefissati?
Un politico che seppe barcamenarsi in situazioni delicate e complesse? Il vero padre della nostra Patria?
Probabilmente era l’insieme delle caratteristiche elencate, la cui fusione ha fatto di lui uno dei più grandi personaggi dell’Ottocento.
La sua azione volta al conseguimento delgrande risultato di fare dell’Italia unaNazione libera e indipendente è stata poderosa e non priva di rischi e contrarietà.
La vita di Camillo Cavour è da vedersi come un insieme di momenti di gloria e altri di sconforto, tanto che si può raccontare alla stregua di un grande romanzo: la storia di una grande vita.
di Torino, Val Susa, Val Chisone e Savoia 1706 – 1713
Questo libro intende trattare la storia militare dello Stato sabaudo durante la Guerra di Successione di Spagna, negli anni che intercorsero tra l’assedio di Torino del 1706 ed il Trattato di Utrecht del 1713.
La scelta di tale periodo è dovuta al fatto che la storiografia, lo ha spesso messo in secondo piano,se non dimenticato, mentre furono anni di estrema importanza per lo Stato sabaudo che videro la sua trasformazione da ducato a regno. Il testo inizia con le note vicende dell’assedio e della battaglia di Torino del 1706, poi s’addentra in una ricerca storiografica sugli eventi che hanno caratterizzato gli anni successivi: dalla Campagna di Tolone alla riconquista di Susa del 1707.
Prosegue poi con l’esaltante Campagna delle Alpi del 1708 che portò alla conquista di Exilles e di Fenestrelle, per seguire in modo esauriente le vicende degli anni successivi fino al Trattato di Utrecht del 1713. Benché il libro tratti prevalentemente l’aspetto militare, vengono messi sullo stesso piano anche i risvolti politici e sociali che hanno interessato le popolazioni che si trovarono coinvolte nel turbinio degli eventi.