Fu fondamentale la presenza e il ruolo delle donne nei lavori della Costituente: rappresentò il primo ingresso femminile nella costruzione della Democrazia del Paese uscito da vent’anni di regime fascista e da un lungo periodo di guerra. L’Assemblea Costituente fu un vero e proprio spartiacque della condizione femminile, mortificata da una Storia scritta e raccontata per molto tempo solo al maschile.
Bruna Bertolo evidenzia in queste pagine la partecipazione straordinaria delle donne al voto del 2 giugno 1946, la grande emozione che accompagnò per ognuna di loro la consegna della scheda nell’urna e mette in risalto l’impegno che le 21 donne elette offrirono alla realizzazione della Costituzione. L’autrice sottolinea in particolare il ruolo delle tre piemontesi, Rita Montagnana, Teresa Noce, Angiola Minella che, pur non elette in Piemonte, seppero offrire un esempio significativo di impegno, di competenza, di tenacia, in un periodo ancora tutto da costruire come il dopoguerra. A loro, e alle tante donne che vissero pagine incredibili di sofferenze nel percorso che precedette la Liberazione, è dedicato questo volume. Seppero credere che un mondo diverso da quello della violenza del regime e della guerra fosse possibile.
Resistenza in cucina: è così che si può definire il contenuto del libro di Bruna Bertolo che non è una semplice raccolta di ricette, ma un’immersione vera e propria nel quotidiano degli Italiani negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel volume, accanto alle ricette suggerite dalla fantasia delle donne del tempo, ritrovate nei giornali o raccolte attraverso preziose testimonianze orali, molte pagine di costume, storie personali di coraggio e di sacrificio in un’Italia devastata dai bombardamenti e trasformata radicalmente anche nelle sue abitudini alimentari. E mentre di giorno in giorno cresceva la fame, in cucina le donne “nutrivano” la loro creatività con le ricette del “poco e del senza”, come evidenzia la prefazione di Pier Franco Quaglieni.
In edicola con il quotidiano La Stampa e Secolo XIX
Aneddoti e ricette popolari, borghesi, reali dell'800
Nel corso dell’800, il rapporto donna-cucina appare tutt’altro che scontato. Nel volume il ruolo nascosto delle donne che contribuirono alla costruzione dell’Unità d’Italia si delinea anche attraverso una serie di ricette che raccontano il diffi cile quotidiano di quegli italiani e di quelle italiane che lottarono per far sì che l’Italia non fosse solo più un’espressione geografica. La cucina si veste di semplicità nelle grandi pentole delle vivandiere al seguito dei soldati e dei volontari che combatterono dal Nord al Sud, al seguito dei garibaldini, nella impresa dei Mille. La cucina si veste di piatti raffinati nei salotti borghesi che costruiscono il sapere delle donne, luogo di incontro degli intelletti aperti al nuovo, alle idee liberali, alla costruzione di un’Italia sognata per decenni, edifi cata attraverso le società segrete, i moti insurrezionali, le guerre di indipendenza. La cucina si veste di eleganza con le ricette dei grandi cuochi nelle corti dei re che condussero la Storia, da Carlo Alberto a Vittorio Emanuele II, da Maria Luigia di Parma ai Borbone nel Regno delle Due Sicilie. Un’alta cucina, riservata all’alta società condotta da uomini e l’umile cucina delle cuoche del popolo, quella costruita con pochi ingredienti, con mezzi ridotti, piccoli forni, pentolame modesto, cuoche semplici capaci di inventare piatti dal nulla.
La fine dell’incubo e il ritorno alla vita, anni 50-60
Nell’Italia appena uscita dal conflitto bellico, tutta da ricostruire, le donne rappresentano ancora una volta il massimo esempio di creatività. Dal ritorno alla vita, passando attraverso il sogno di un miracolo economico, fino alla sua crisi, troviamo brave massaie e casalinghe emancipate, femministe contestatrici e politiche in lotta con pregiudizi coriacei. Donne fuori casa e donne in cucina, angeli di un nuovo focolare, più sintetico, di immagine, regno dai confini aperti verso l’esterno e sempre più labili. Una nuova idea di cucina, dove tradizione, innovazione, contaminazione e sofisticazione si mescolano dando vita a una miriade di ricette per stuzzicare l’appetito e dimenticare la povertà dell’incubo e festeggiare il ritorno alla vita.
Un arco di tempo che va dalla seconda metà dell’800 agli anni che precedono l’entrata in vigore della cosiddetta “Legge Basaglia” nel 1978. Qui si collocano le tante storie personali di donne che conobbero la realtà del manicomio: una realtà dura, mortificante, spesso violenta. Bruna Bertolo inserisce queste storie personali in un percorso storico che evidenzia le trasformazioni della Società italiana, senza mai perdere di vista i cambiamenti che, a poco a poco, modificarono il modo della Scienza di avvicinarsi alla malattia mentale. Un volume appassionato, ricco di immagini, rispettoso verso il mondo femminile portato in scena e che si avvale del prezioso contributo dello psichiatra Pier Maria Furlan.
Crocerossine, lavoratrici, giornaliste, femmes de plaisir, eroine, madrine….
Tra il maggio 1915 e il novembre 1918 milioni di uomini armati combatterono e morirono nelle trincee della Grande Guerra. Nel fronte interno l’esercito silenzioso delle donne visse una guerra forse meno crudele ma certo faticosa e angosciante. Attraverso i nomi e le storie, spesso quasi dimenticate o ignorate, di tanti personaggi femminili, l’autrice mette in scena l’altro modo di fare la guerra. Le donne sostituirono gli uomini partiti per il fronte sui luoghi di lavoro, in fabbrica e in campagna. Le crocerossine curarono e consolarono, sfidando i bombardamenti e i pericoli. Molte, diventate bottino di guerra, subirono la violenza dello stupro. Altre salirono per i pendii delle montagne con le gerle cariche di munizioni e viveri. Tanti modi sottovalutati e taciuti di vivere la guerra. Ma la Grande Guerra la combatterono anche loro: le donne.
Infermiere, staffette partigiane, madri coraggio, deportate, combattenti, martiri
Attraverso i nomi, i sacrifici, le fatiche, le paure, gli eroismi dei personaggi femminili del libro, l’autrice evidenzia alcuni dei tanti modi in cui le donne vissero da vere protagoniste i momenti essenziali della Resistenza piemontese. Accanto a nomi molto conosciuti, come Camilla Ravera, Ada Gobetti, Frida Malan, Bianca Guidetti Serra, Ernestina Valterza, mette in rilievo il ruolo determinante, ma spesso taciuto, delle giovani staffette, delle coraggiose combattenti, delle infermiere e delle dottoresse che si occuparono dei feriti, delle madri che affrontarono perdite atroci, delle deportate sopravvissute che testimoniarono con i loro racconti le barbarie dei lager.
“Un futuro di giustizia ha bisogno di memoria”
Obiettivo del volume è quello di evidenziare il ruolo, spesso considerato marginale, delle donne nella Resistenza piemontese. Un ruolo importante che si sviluppò in modi e forme diverse tra di loro. Nel corso della ricerca sono emersi tanti volti e tanti nomi: donne che si impegnarono con generosità ed entusiasmo, mettendo in secondo piano paure ed ansie, capaci di offrire aiuto e collaborazione anche in situazioni drammatiche. Nell’impossibilità di offrire ad ognuna delle tante “Resistenti” uno spazio tra le pagine del volume, la scelta è stata quella di raccontare alcune storie che potessero evidenziare alcuni dei tanti modi di impegno femminile. Una scelta non facile, ma necessaria. Un chiaro intento divulgativo per questo volume, in cui anche la parte iconografica riveste un ruolo importante ed è il frutto di un’ampia ricerca condotta su più fronti, negli Istituti della Resistenza che operano sul territorio piemontese, ma anche negli archivi personali generosamente messi a disposizione. Le donne inserite nelle pagine del libro rappresentano in un certo senso dei simboli e il loro nome contribuisce a far ricordare anche le tante donne che non compaiono ma che seppero dire no al fascismo e sì alla lotta per un’Italia libera e democratica. Palmiro Togliatti pronunciò una frase significativa: “Quando l’energia nuova delle donne entra con così grande impeto nella vita di un popolo, vuol dire che per questo popolo è spuntata l’aurora di un grande rinnovamento”.
Per scoprire 52 comunità e il loro territorio
L’Ecomuseo è uno specchio nel quale la popolazione si guarda, si riconosce e in cui ritrova, orgogliosamente, le proprie radici e porge ai visitatori raccontando loro il lavoro, i comportamenti e la propria intimità. Perché quel prefisso, “Eco”, significa casa, ambiente, territorio di vita e, naturalmente, le genti che ancora lo abitano. Un elemento vivo creato dalla moltitudine di ricchezze materiali, raccolte con pazienza e gelosamente custodite, e da tutti gli elementi immateriali che danno loro vita: tradizioni, dialetti, canzoni, gastronomia e capacità. Perciò l’Ecomuseo non si visita: si vive.
Dalla Valle d’Aosta a Ventimiglia: come si viveva e si combatteva nelle opere fortificate
Dalla Valle d’Aosta e Ventimiglia. Dopo aver esaminato le vicende che hanno portato alla nascita del sistema fortificato e averne osservato la rapida e tumultuosa evoluzione, anche in relazione ai ben noti fatti storici di cui è stato protagonista, vengono presentati, per ogni settore di copertura del Vallo Alpino, gli itinerari di visita, fornendo notizie relative alle principali opere presenti e alle loro caratteristiche funzionali e tecniche. Fortificazioni ancora ben conservate e facilmente raggiungibili con semplici escursioni adatte a tutti.
EUROPEAN UNION FORCE IN THE CENTRAL AFRICAN REPUBLIC FORCE DE L’UNION EUROPEENNE EN REPUBLIQUE CENTRAFRICAINE
SICUREZZA DI CASA MIA Riconoscere i potenziali pericoli e i rischi insiti nelle attività quotidiane per evitarli e proteggere la famiglia.
RIVESTIMENTI DI CASA MIA Caldi o neutri, duri o morbidi, in legno, plastica, tessuto, sono i vestiti di un’abitazione.
LAVORI IN LEGNO Per riscoprire il piacere di creare mobili, infissi e oggetti vari, con il materiale da costruzione più naturale e antico.
MURATURA DI CASA MIA Maneggiare cemento e mattoni senza il timore di sbagliare e saper realizzare interventi di riparazione e costruzione.
RIPARAZIONI DI CASA MIA Una guida sicura ai tanti lavori di manutenzione, riparazione e sostituzione che la casa richiede.
Imparare a conoscere e osservare uccelli e mammiferi, dalla montagna alla pianura
Il portamento altero dell’aquila e la regalità del cervo. Forcelli che si affrontano sulle arene per la conquista di una femmina, la curiosità dell’ermellino, il mistero dei gruccioni che portano con sé un pezzo d’Africa, le movenze eleganti degli svassi nella danza d’amore, la frenesia dei codibugnoli e la presenza defilata del lupo. Tutto questo e altro ancora viene raccontato dalle fotografie e dalle schede tecniche di questo libro in cui, a farla da padroni, sono i mammiferi e gli uccelli, parte essenziale dello straordinario mondo della fauna piemontese. Conoscerli ed emozionarsi, come per un incontro durante un’escursione.
