Il volume, è ricco di ben 608 pagine con oltre 730 fotografie, documenti d’archivio, foto d’epoca e di oggi. Ha un chiaro intento divulgativo, rivolto ad una fascia di persone che vogliono sapere qualcosa di più su questo periodo storico finora poco esplorato: dall’800 ai giorni nostri, mettendo sempre in primo piano l’uomo.
Il Maglificio F.lli Bosiodi Sant’Ambrogio di Torino
Ci sono fili che intrecciano tessuti e fi li che intrecciano relazioni e vicende. I tessuti avvolgono i nostri corpi e arredano molti dei nostri spazi, le relazioni e le vicende impegnano i nostri cuori e i nostri ricordi. Dai corpi, dagli spazi, dalle relazioni e dai ricordi prende forma la storia. Una fabbrica, il Maglificio F.lli Bosio, e un paese, S.Ambrogio, le cui vicende per un certo periodo furono fortemente intrecciate. È una storia che nasce nel 1871, a dieci anni dall’Unità d’Italia, in un periodo di grandi trasformazioni, inizio del processo di industrializzazione che ha visto la bassa valle di Susa fortemente coinvolta. L’architettura, il ciclo di lavorazione, i passaggi di proprietà, ma soprattutto le persone che hanno animato lo stabilimento raccontano la fabbrica. Le vicende delle altre importanti realtà ad essa collegate, come l’Asilo infantile e la Società Operaia, contribuiscono a delineare sullo sfondo la vita del paese, nei giorni sempre uguali così come nei momenti drammatici della sua storia recente.
Torino era così: una carrellata di immagini d’epoca di Torino, raccolte in un arco temporale di cinquant’anni, dal 1895 al 1945. Cinquant’anni di storia sono tanti o pochi, dipende dal periodo storico. A cavallo del XVII e XVIII secolo non fanno una grande differenza; ma fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, cinquant’anni valgono più di un secolo. E per una città come Torino, che ha subito, proprio in quel periodo, intense e anche drammatiche evoluzioni, un intervallo di tempo di questo tipo risulta particolarmente significativo. Il viaggio del nostro fotografo torinese inizia dalla Piazza Castello e segue un percorso sempre discreto e silenzioso, tra le vie del centro e le rive del Po, a documentare con le immagini la bellezza di una città ricca di monumenti. Questa raccolta di immagini non vuole rispolverare sentimenti di nostalgia per il bel tempo che fu; e non ha neppure il proposito di rifare la storia torinese o di documentare l’evoluzione urbanistica della città. Vuole semplicemente suscitare una serie di emozioni alla scoperta del volto più vero della Torino di ieri, per fissare una volta per tutte le radici di una antica e splendida capitale.
La millenaria storia illustrata della prima Capitale d’Italia
L’area dove sorge Torino è come un grande scrigno ricco di storia. Furono i Taurini, una popolazione celto-ligure, i primi colonizzatori della grande piana torinese, la loro presenza fu rilevante, tanto che dal loro nome derivò, in seguito, quello della città.
Sotto l’impero di Augusto nacque Julia Augusta Taurinurum, la città romana i cui segni, come la Porta Palatina, sono ancora visibili ai giorni nostri.
Il Medio Evo vide la vecchia città romana mutare sulla base delle esigenze dell’epoca.
In seguito vi fu l’arrivo dei Savoia e Torino assunse un ruolo sempre più importante, fino a diventare a pieno titolo e con grande merito la Capitale d’Italia.
E la storia continua...
Il volume rievoca la lunga attività giornalistica di Beppe Sangiorgio, per 30 anni cronista del Consiglio Comunale di Torino. Presenta una serie ricca di articoli, ben 333, pubblicati sul quotidiano torinese tra il 1997 e il 2004.
Per facilitare la lettura, sono divisi per “argomenti” ed accompagnati da note introduttive, che illustrano il contesto di quegli anni, così vicini ma anche così lontani.
Diamo quindi un suggerimento ai Lettori: rinnovate i vostri ricordi percorrendo le sezioni del volume, ma godetevi anche “in diretta” la fresca ed ironica prosa del Giornalista, che giustamente fu riconosciuto come l’indiscusso maestro nel descrivere “il teatrino della politica torinese”.
“Vecchia Avigliana” è un libro nato quasi per caso, a seguito di una semplice ricerca bibliografica svolta per approfondire le ragioni che indussero lo strapotere militare francese ad accanirsi così tanto contro l’apparentemente modesto castello aviglianese. Il testo è anche corredato da una vasta scelta di materiale
iconografico: dalla riproduzione di dipinti e stampe a fotografi e d’epoca e immagini invece appositamente
eseguite per questo volume. Ciò precisato, è evidente che questo volume non esisterebbe senza il prezioso apporto dei vari studiosi che in tanti anni hanno posto la loro qualificata attenzione alle vicende storiche di Avigliana e dintorni, nonché al suo ricco patrimonio artistico ed architettonico. Questo piccolo omaggio alla Città di Avigliana vuole, almeno nelle intenzioni, sottolineare l’importante ruolo da essa svolto, naturalmente insieme ad altri baluardi quale la Sacra di San Michele, San Giorio e Susa, come “sentinella” di una delle principali porte d’Italia, qual’è la nostra Valle di Susa.