Il titolo “Dai pascoli ai ghiacciai” già propone una diversifi cazione di itinerari che vanno dall’escursionismo più semplice ad un alpinismo medio, accessibile ai molti curiosi della montagna che intendono percorrerla in tutta la sua estensione e varietà. E’ dedicato ai contemplativi che, per vedere di più salgono per vedere il mondo dall’alto. All’escursionista intelligente non resta che scegliere l’ambiente e le diffi coltà adatte per passare una o più giornate in armonia con la natura, badando alle avvertenze per evitare i rischi e i pericoli sempre possibili in un turismo di avventura e di esplorazione come è l’ambiente montano. E’ quindi un invito a percorrere il Piemonte e la valle d’Aosta con gli occhi di chi sa leggere nella natura e sulla neve le tracce di chi ci ha preceduto sui nostri monti e nei nostri villaggi.
Dai grandi invasi artificiali, come il Chiotas, il Devero, il Moncenisio o i laghi Lungo, Bruno e Badana, realizzati per produrre energia elettrica o dissetare Genova, ai racconti leggendari della Trota d’oro del Mucrone, di Soffio che deviò la cometa a Meugliano o del vecchio saggio e il suo caprone al Vej del Bouc, i laghi piemontesi hanno tutti una propria storia da raccontare. E poco importa se sia realtà o fantasia perché ogni raccolta d’acqua, anche la più piccola e sconosciuta, sa trasmettere il fascino di una nuova scoperta. Questo libro ne regala più di trecento!
Per una grande moltitudine di esseri umani esistono luoghi che, almeno una volta nella vita, devono essere visitati. Come la Mecca per i praticanti la religione di Maometto; tempo addietro per i cristiani il luogo santo era la città di Gerusalemme sede della Passione e della Crocifissione di Gesù, al punto che, quando divenne impossibile andarci, furono costruiti i Sacri Monti, come quelli di Varallo e di Crea, sostitutivi del pellegrinaggio in Terra Santa. Per un piemontese, il luogo che almeno una volta nella vita deve conoscere è la Sacra di San Michele.
Questo libro, corredato di un ricco apparato fotografico, esamina in filigrana ogni aspetto del particolare rapporto tra la Val Sangone e lo straordinario “frutto” che popola i suoi estesi boschi, divenuto da alcuni anni elemento di attrazione per centinaia di cercatori e di appassionati buongustai.
Un piccolo pezzo di terra al sole, possibilmente vicino a casa è capace di dare tante soddisfazioni che non è facile immaginare. Cosa sono queste soddisfazioni è bene sottolinearlo perché consentono di vivere con le stagioni quotidianamente, di fare una salutare ginnastica, di dimenticare con facilità i guai del Paese dopo aver letto il giornale, di chiudersi in un solitario distensivo colloquio con la terra e le piante, di regalare prodotti sani alla mensa senza trasporti, marciumi, antivegetativi, scontrini di cassa.
Amministratori oculati in molte grandi città hanno lottizzato terreni per l’orto di famiglia con tanto di casotto per attrezzi e riparo, naturalmente tutti uguali e di piacevole presenza.