Questo libro è dedicato al gruppo alpini di Chiusa San Michele, che quest’anno festeggia gli ottanta anni dalla fondazione, avvenuta nell’aprile del 1931. Nell’intraprendere l’approfondita ricerca storico-archivistica che è alla base di questa pubblicazione, abbiamo voluto che il testo ripercorresse la storia dei giovani di Chiusa di San Michele che hanno fatto il militare nel corpo degli alpini, a partire dalla sua fondazione (1872) fino ai giorni nostri, ora che la naia non è più obbligatoria e a che a fare il militare ci vanno soltanto i volontari. Abbiamo voluto che le note biografiche fossero accompagnate dalle testimonianze e dai ricordi raccontati in prima persona o dai famigliari, cercando il più possibile di dare a tutti uno spazio, dall’alpino che ha portato la statua della Madonna sul Rocciamelone a quelli che hanno combattuto nei deserti libici. Dagli alpini mandati a combattere sul fronte francese, in Grecia, nei Balcani, alle dure naie degli anni Cinquanta e Sessanta, dai bisnonni ai pronipoti (veci e bocia) che l’alpino lo fanno anche solo per tre settimane con il progetto “Vivi le forze armate”. Così è stato possibile verificare che anche in un piccolo paese come Chiusa, essere alpino, ancora prima di essere soldato, è appartenere ad una specie particolare di uomo, che conserva i sentimenti più dolci per la famiglia. E che quando parte soldato compie fino in fondo il proprio dovere per amore della patria. L’alpino, anche quando è in congedo, continua ad essere alpino e conserva il suo cappello come la più preziosa delle reliquie: è sempre pronto ad aiutare gli altri nel momento del bisogno, senza chiedere mai nulla in cambio, e lo fa sempre in silenzio.