Il libro, antecedente a questo, intitolato Gloria sui campi, riproduce il diario di un ragazzo, Michele Gaudino, che ebbe la ventura di poter seguire da vicino tutte le vicende della guerra del 1859 combattutasi fra i Piemontesi e i Francesi da una parte e gli Austriaci dall’altra, per la unificazione dell’Italia e la sua liberazione dallo straniero.
In seguito alla pubblicazione della Gloria sui campi, gli eredi di Michele Gaudino fecero delle ricerche e riuscirono a scoprire altri frammenti di diario dal quale risulta che l’eroico ragazzo – morto poi sul campo di battaglia di Custoza nel 1866 – prese anche parte all’impresa dei Mille, con Garibaldi, nel 1860; e tale diario formerà materia di questo libro, venendo così ad aggiungersi alle documentazioni già note della leggendaria impresa.
Questo libro contiene un diario: il diario di un ragazzo che ebbe la ventura di poter seguire da vicino tutte le vicende della guerra del 1859 combattutasi fra i Piemontesi e i Francesi da una parte e gli Austriaci dall’altra, per la unificazione dell’Italia e la sua liberazione dallo straniero.
Il diario è fedele, ed è assai vivo perché Michele Gaudino poté scrivere le sue note giorno per giorno, via via che le battaglie si svolgevano – si può dire – sotto ai suoi occhi. Tanto lui che sua sorella Maria, per aiutare il padre nella sua eccezionale fatica, e per entusiasmo patriottico e ragioni sentimentali, furono testimoni di quella gloriosa epopea che è normalmente chiamata “Guerra del 1859”.
Gloria sui campi «1959» e Camicie rosse «1860» formano, con questo libro, una trilogia che comprende gli avvenimenti storici principali per i quali – dopo i vani tentativi del 1848 e del 1849 – l’Italia riuscì a raggiungere la sua unificazione e liberazione dallo straniero.
Sono gli anni più gloriosi del Risorgimento Italiano, gli anni delle vittorie, dei grandi ardimenti guidati da eroi come Garibaldi e da uomini politici come Cavour. Se la completa unificazione della Patria non fu raggiunta che nel 1870, tuttavia nel fatidico triennio, i più gravi ostacoli vennero abbattuti, le più gloriose vittorie vennero conquistate, sì da costituire premesse inoppugnabili per il raggiungimento del fine supremo.
Anche qui, come nei due volumi precedenti, i fatti storici sono rigorosamente documentati, ma riprende la narrazione tratta dal diario di Michele Gaudino, rendendoci più viva e colorata la realtà dei fatti.
Questo libro consta di due parti ben distinte ed è soltanto la prima che tratta minutamente la gloriosa vicenda della rivoluzione avvenuta in Milano nel marzo del 1848, riuscita a cacciare la dominazione austriaca, rivoluzione detta delle « Cinque Giornate ». Vi è protagonista un ragazzo allievo dei Martinitt, famoso orfanotrofio milanese che allevò giovani tra i quali molti hanno saputo raggiungere alte mete nel campo del lavoro.
Le due parti sono naturalmente guidate dai medesimi protagonisti,Alberto Biraghi e Clara Nonis, legati fra loro dal più squisito amore.
Con quest’opera, Salvator Gotta conclude il ciclo dedicato al Risorgimento Italiano, dando particolare risalto alla terza Guerra d’Indipendenza.
Nel 1861 l’Italia poteva dirsi quasi fatta: mancava solo il Veneto e Roma. L’Italia, senza Roma capitale, era come un essere umano senza testa.
Era destino che il ritorno di Roma all’Italia avvenisse dopo la completa unificazione nazionale: si ebbe così, nel 1866, la sfortunata (almeno militarmente) terza Guerra d’Indipendenza nella quale l’Italia provò l’amarezza della sconfitta sia a Custoza (nome sempre infausto per noi) sia a Lissa. Tuttavia, grazie alla vittoria dell’alleata Prussia e all’abilità diplomatica dei nostri governanti, si riuscì ad ottenere buona parte del Veneto con Venezia.
E nel 1870 ecco giungere finalmente il momento tanto sospirato: le truppe di Vittorio Emanuele II invadono lo Stato Pontificio, cadono Civita Castellana, Bagnorea, Civitavecchia e, il 20 settembre, attraverso la breccia di Porta Pia i bersaglieri entrano in Roma. L’Italia è fatta!