Chi era la Maschera di ferro? Frutto di una leggenda fiorita tra il XVII e il XVIII secolo in ambienti francesi oppure una figura storica realmente esistita? Questa è la domanda che ha incuriosito gli storici, fin da quando il filosofo Voltaire venne a sapere della sua esistenza e collocò il misterioso prigioniero tra i parametri della realtà. Cercare oggi le tracce della Maschera di ferro è indubbiamente un’operazione rischiosa perché la leggenda e il mito sono dietro l’angolo e possono adulare lo studioso, indicando false piste. Ma abbiamo pensato che comunque vale la pena di tentare: sebbene la vicenda sia soprattutto un fatto storico francese, i suoi punti chiave insistono in due località dell’attuale Piemonte, a Pinerolo e al forte di Exilles. Di quale segreto era depositario quel prigioniero guardato a vista? Qualcosa di molto grave e importante, che avrebbe potuto sconvolgere le sorti di un paese. Senza la pretesa di svelare una volta per tutte l’enigma, cercheremo di fornire qualche risposta, operando senza preconcetti, lasciando che siano gli indizi e le tracce a parlare. Un contributo che offrirà al lettore un quadro generale sufficientemente ampio e uno stimolo ad approfondire la questione.
Luoghi di villeggiatura, vicendee personaggi legati alle dimore
Questo libro raccoglie le storie delle residenze sabaude “minori”, quelle meno conosciute, fino ad ora rimaste all’ombra dei più celebri palazzi torinesi. In gran parte castelli, ville e tenute dove i personaggi di Casa Savoia, nelle varie epoche, alloggiavano in modo occasionale o temporaneo. Per ognuna di esse si forniscono notizie relative alle principali caratteristiche architettoniche e alle vicende storiche. Ma non solo: poiché ogni dimora è stata comunque in qualche modo “vissuta”, a ciascuna è stato associato un personaggio che vi ha lasciato il segno.
Fra gli esponenti della dinastia ci sono quelli più noti del ramo Carignano, diventati re d’Italia nel 1861, ma anche quelli che li hanno preceduti.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Torino era così: una carrellata di immagini d’epoca di Torino, raccolte in un arco temporale di cinquant’anni, dal 1895 al 1945. Cinquant’anni di storia sono tanti o pochi, dipende dal periodo storico. A cavallo del XVII e XVIII secolo non fanno una grande differenza; ma fra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, cinquant’anni valgono più di un secolo. E per una città come Torino, che ha subito, proprio in quel periodo, intense e anche drammatiche evoluzioni, un intervallo di tempo di questo tipo risulta particolarmente significativo. Il viaggio del nostro fotografo torinese inizia dalla Piazza Castello e segue un percorso sempre discreto e silenzioso, tra le vie del centro e le rive del Po, a documentare con le immagini la bellezza di una città ricca di monumenti. Questa raccolta di immagini non vuole rispolverare sentimenti di nostalgia per il bel tempo che fu; e non ha neppure il proposito di rifare la storia torinese o di documentare l’evoluzione urbanistica della città. Vuole semplicemente suscitare una serie di emozioni alla scoperta del volto più vero della Torino di ieri, per fissare una volta per tutte le radici di una antica e splendida capitale.
La scelta di non proporre un’opera per specialisti, bensì adatta al grande pub-blico, è stata attuata per poter invece accennare ai tempi, ai problemi e alla loro soluzione, alla ricaduta di benefici, alle delusioni, alla promozione di interessi che traforo e ferrovia hanno avuto sulla popolazione i cui territori collega e percorre. Così i protagonisti non sono le macchine, ma ferrovieri e valligiani; visti di riflesso, è vero, ma sicuramente partecipi.
Questa guida intende presentare al visitatore, in modo semplice e sintetico, l’ambiente storico ed artistico che ha visto nascere la Susa romana, l’Abbazia di Novalesa, la Sacra di S. Michele, il forte di Exilles o il borgo medievale di Avigliana, ambiente che si compone di decine di frammenti d’arte, testimonianze importanti che spesso richiedono un intervento conservativo urgente, come purtroppo accade a buona parte del patrimonio artistico italiano.