Il Paper Hunt è una finta caccia alla volpe dove non viene stanato e ucciso il povero animale. Si devono seguire, invece, le tracce cartacee lasciate da un cavaliere in fuga, che funge appunto da volpe. Pur cambiando l’obiettivo principale, i partecipanti sono chiamati sempre ad affrontare una cavalcata veloce e le insidie del percorso. Spesso ci sono ostacoli naturali da superare che rendono la sfida avvincente e selettiva. Il Paper Hunt è stato per lungo tempo, e lo è ancora oggi, un divertimento ricercato e mondano.
La caccia alla volpe e il Paper Hunt
La caccia alla volpe, quella reale, nasce alla fine del Settecento. Si narra che il Duca di Beaufort, dopo un’infruttuosa caccia al cervo, si lanciasse all’inseguimento di una volpe. Nella nuova sfida provò emozioni tali che da allora in avanti la preferì alla vecchia. La caccia alla volpe divenne ben presto una nuova moda. Il Paper Hunt nasce invece molto più tardi, negli ultimi decenni dell’Ottocento. Non si sostituisce però alla caccia alla volpe, ma coesiste con essa per lungo tempo.
La cronaca di una vera caccia alla volpe
Nel 1901, negli stessi anni cioè in cui nella campagna padovana si organizzavano i Paper Hunt, nei dintorni di Roma si cacciava la volpe. In località Tre Fontane (oggi EUR) – racconta un quotidiano dell’epoca (vedi immagine) – si allestivano abituali battute di caccia. Partecipavano cavalieri uomini e anche amazzoni. Una volta ucciso, il povero animale veniva smembrato. Poi la coda e la testa erano offerte in dono a dame e personaggi ragguardevoli.
La caccia nella campagna padovana
Abbiamo scritto che nel padovano si organizzavano i Paper Hunt. Questo però non era dovuto a una differente sensibilità verso le volpi o gli altri animali. Era semplicemente una moda, come lo rimaneva la caccia vera e propria. Altro passatempo diffuso era, infatti, il tiro alla passera o al piccione. E qualche volta si abbattevano pure delle aquile di passaggio sul nostro territorio. Ma nessun rammarico traspariva mai negli articoli dei quotidiani che riportavano il fatto. Anche le lepri erano una preda ambita. E la loro uccisione poteva trovarsi descritta con queste parole. “L’altro giorno, presso Anguillara, in una tenuta del sig. Talpo, ci fu una brillantissima caccia alla lepre alla quale presero parte numerosi e valorosi cacciatori di Padova. Su cento lepri scovate ne vennero uccise settantadue. Un magnifico risultato, come vedete”. Di sicuro l’approccio alla caccia era molto diverso da quello attuale.
Un Paper Hunt nella cronaca locale
È il 7 marzo 1897, domenica. Giornata deliziosa. Cielo semi coperto, aria tiepida lievemente agitata. Il tempo favorisce magnificamente la riunione indetta con garbo signorile, a cominciare dagli inviti, dagli ufficiali del reggimento Savoia Cavalleria. All’una e mezza arrivano in Piazza d’Armi – l’attuale aeroporto civile – i primi cavalieri e i primi equipaggi. Poi, rapidamente, la riunione assume l’aspetto gaio dei grandi ritrovi dello sport, riempiendo viale San Giovanni.
Partecipanti e partenza
Molti gli equipaggi, fra cui De Lazzara, Trieste, Corinaldi, Miari, Maluta, Da Zara, Morpurgo, Buzzacarini, Capodilista e Treves. Alle due i cavalieri si raccolgono per la partenza. In maggioranza sono ufficiali di cavalleria e d’artiglieria. Fra i borghesi si vedono i tre fratelli Trieste, il conte Leopoldo Corinaldi, il barone Gastone Treves, il conte Capodilista, il conte Giusti del Giardino (San Fermo) e il barone Massa. A loro si uniscono anche la baronessa Memè Morpurgo, la signora Pelà e la baronessa Bice Treves Trieste. Si parte.
Il percorso di cavalieri e carrozze
La massa dei cavalieri volge per le Brentelle e sale, verso l’argine di sinistra, per Ponterotto e Limena. Le carrozze, invece, ritornano verso la città per viale San Giovanni. Imboccano poi la strada di circonvallazione e, attraversato il passaggio a livello di Borgomagno, si avviano alla meta a Vigodarzere, sull’argine del Brenta.
Le carrozze arrivano notevolmente prima, perché i cavalieri devono percorrere circa 25 chilometri. Si aspetta ammirando il paesaggio della cerchia delle Alpi, biancheggianti di neve. Giù dell’argine, nella golena del fiume, ci sono due siepi per i salti finali.
L’arrivo del Paper Hunt
Alle tre giungono i primi cavalieri al galoppo. Una ventina in tutto, con la baronessa Treves Trieste, cavalcatrice elegantissima e intrepida. Le siepi finali sono superate dalla sua giumenta con slancio mirabile. Poco dopo giungono gli altri, diminuiti da qualche … diserzione forzata. Scendono tutti di sella e gli ufficiali offrono il tè, i dolci e i fiori alle signore. Animazione vivissima. Spettacolo incantevole. Dopo le quattro il ritorno. Giornata che lascia un ricordo incancellabile, pari alla inimitabile cortesia del Savoia Cavalleria.