Il grande ciclismo racconta storie gloriose e leggendarie legate al colle di Sestriere. Storico soprattutto per lo sport. Il colle dei record, l’unica montagna al mondo ad aver ospitato quattro eventi che nessun’altra può vantare ed allestire. L’Olimpiade invernale di Torino 2006, i Mondiali di sci alpino ’97, ma soprattutto tappe del Giro d’Italia e tappe del Tour de France. Ripetutamente.
Sestriere è stato il primo colle affrontato dal Giro d’Italia nel 1911, più di un secolo fa. Vi lasciamo immaginare le strade che dovettero percorrere nella scalata i pionieri delle corse in bicicletta. E il Tour de France è arrivato la prima volta nel ’52. Ecco perché sono davvero tante e piacevoli le imprese da leggere e da ricordare sulle nostre montagne.
Storie e imprese davvero leggendarie dei campioni di ciclismo a Sestriere ed in Valle Susa. I pionieri d’inizio novecento, costretti a salire a piedi su quelle strade, Camusso forte in salita e in discesa, Bartali che vince un’auto Balilla, la Cuneo-Pinerolo di Coppi e poi di Bitossi. I grandi scalatori stranieri, da Gaul a Bahamontes sino a Fuente, Anquetil contro Poulidor, lo strapotere di Hinault. L’irresistibile Merckx, i duelli fra Saronni e Moser, la rivelazione Indurain, le lacrime e la folla esaltata da Chiappucci, sino a Pantani, per chiudere il Novecento e in attesa dei protagonisti del terzo millennio, sul Colle dei Giochi Olimpici 2006 e sul Colle delle Finestre, grande novità recente per lo sport della bicicletta. Un lungo e piacevole racconto di oltre un secolo di sfide.
I venti mesi della lotta resistenziale, a partire dall’8 settembre, vengono qui focalizzati soprattuttoin un determinato limite territoriale che coincide con le zone alpine, le valli e le città del Piemonte in cui quel movimento nacque e si affermò. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale non coinvolse soltanto i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione, le donne in primo piano, gli operai nelle fabbriche, i soldati che dissero di No alle lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile, oltre che militare, che coinvolse una parte significativa della popolazione, come riconosciuto dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 settembre 2016 ha apposto sul Gonfalone della Regione Piemonte la Medaglia d’oro al Merito civile per il ruolo avuto dalla popolazione durante la lotta di Liberazione.
Piloti, tantissimi piloti: campioni qualcuno. Tra gli uni e gli altri, in centovent’anni di storia, la Susa-Moncenisio ha visto sfilare, lungo i tornanti della antica strada napoleonica che sale verso il Moncenisio, migliaia di persone.
Gli spettatoriappassionati di motori, pronti ad applaudire i loro “Cavalieri del Rischio” – così Enzo Ferrari amava definirei grandi piloti che la Susa-Moncenisio hanno corso – e le tante persone che, spesso dietro le quinte, hanno contribuito a mantenere viva una competizione che èanche un pezzo della nostra storia,patrimonio immateriale unico e speciale.
Ogni volto ha un nome e ogni nome è legato ad una storia. Storie anche minime che, insieme, fanno la storia speciale della Susa-Moncenisio.
Le squadre di calcio della Valle di Susadal 1920 al 2010
Abbiamo sfogliato sessant’anni di pubblicazioni de “La Valsusa” trenta di “Luna Nuova” ricercato sui libri locali e consultato l’intero archivio della Federazione Italiana Gioco Calcio. Abbiamo intervistato decine di giocatori, ex calciatori, dirigenti e presidenti. La raccolta di fotografi e che nel corso dei mesi abbiamo avuto il piacere di scoprire e archiviare supera il migliaio. Nonostante tutto questo siamo sicuri di aver dimenticato qualcuno, siamo certi che qualche giocatore non si ritroverà nelle fotografi e pubblicate. Sarà per la prossima. A questo universo così variegato risalgono le immagini in bianco e nero di inizio Novecento, quando di certo gli sport che andavano per la maggiore, anche in Valle, erano le bocce e la bicicletta. Negli anni 20, probabilmente la palla rotolava già in tanti Comuni, ma poche realtà erano già organizzate per “gieughe a balon”.