Dalla Valle d’Aosta a Ventimiglia:come si viveva e si combatteva nelle opere fortificate
Dalla Valle d’Aosta e Ventimiglia. Dopo aver esaminato le vicende che hanno portato alla nascita del sistema fortificato e averne osservato la rapida e tumultuosa evoluzione, anche in relazione ai ben noti fatti storici di cui è stato protagonista, vengono presentati, per ogni settore di copertura del Vallo Alpino, gli itinerari di visita, fornendo notizie relative alle principali opere presenti e alle loro caratteristiche funzionali e tecniche.
Fortificazioni ancora ben conservate e facilmente raggiungibili con semplici escursioni adatte a tutti.
Alla scoperta dei luoghi testimoni dei fatti bellici
Parlare di assedi e di battaglie, molto spesso corrisponde a rievocare memorie di sofferenze e di morte. Ma quando si tratta di fatti che hanno visto protagonista il Piemonte, una regione assurta spesso a campo di battaglia, diventa l’occasione buona per non far cadere nell’oblio del tempo vicende e personaggi che hanno contribuito a costruire la storia dell’Italia. Cosa sarebbe infatti il Piemonte, e di conseguenza l’Italia unita, senza questa terra e questo popolo che da solo ha combattuto per secoli contro le grandi potenze europee per affermare la propria identità e indipendenza?
Questo libro si propone di ripercorrere le principali vicende belliche che hanno insanguinato la terra subalpina, lungo un arco di tempo che si dispiega dal III a.C. alla seconda guerra mondiale: accanto ai dati indispensabili per collocare nel giusto contesto i singoli eventi, gli sviluppi e le conclusioni delle battaglie, il lettore potrà trovare anche le indicazioni per la visita dei luoghi degli scontri, per percepirne l’atmosfera, per ritornare, anche solo con il sostegno dell’immaginazione, sui campi di battaglia. E potrà scoprire che quasi tutti questi episodi del passato sono presi come pretesto per organizzare rievocazioni degli scontri con gruppi storici in uniforme d’epoca. Appuntamenti divenuti ormai fissi, sempre più spesso patrocinati degli enti locali, dove la ricostruzione storica relativa alle armi, ai soldati e ai modi di combattere, sorretta da una continua ricerca della documentazione originale, si mescola al folclore e alla festa di paese, diventando un efficace richiamo turistico in grado di mobilitare migliaia di spettatori.
Il volume di Bruna Bertolo ripercorre i venti mesi della lotta resistenziale in Piemonte, a partire dall’8 settembre 1943, evidenziandone, in chiave sintetica, i principali momenti. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale coinvolse non solo i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione: un ruolo fondamentale fu quello delle donne, degli operai nelle fabbriche, dei soldati e degli ufficiali che rifiutarono le lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile oltre che militare che seppe coinvolgere una parte significativa della popolazione creando una nuova coscienza civile e politica che troverà nella Costituzione la sua espressione migliore.
Battaglie nei secoli sul Valico da Annibale al Trattato di Pace
Moncenisio cuore di una regione alpina che ha unito, messo in contatto e collegato popolazioni, ambienti, tradizioni, lingue, trionfi e miserie umane. Lo conobbero condottieri, imperatori, papi, eserciti, mercanti e pellegrini.
Questo libro racconta le battaglie avvenute nei secoli sul Valico come un filo conduttore per narrare la Storia del Moncenisio, ma anche le storie umane di quanti vennero coinvolti. Misterioso, affascinante, mai indifferente, il Colle viene narrato nelle sue guerre, perché si abbia il piacere della lettura storica, la voglia di conoscere queste montagne senza retorica e le capacità di valorizzare e reinvestire una grande eredità per realizzare un futuro di valico aperto.
Aperto a chi lo vuole frequentare e vivere, ma anche a chi crede che siano un valore aggiunto i grandi movimenti storici che lo hanno visto protagonista, tanto da costituire l’esempio di una regione europea omogenea, fatta di genti che le montagne uniscono anziché dividere e le diversità arricchiscono anziché farle scontrare.
Fra la Valle di Susa e la Casa Savoia si è stabilito nei secoli un legame indissolubile: poco dopo il Mille essa divenne la prima terra piemontese ad accogliere i Conti di Moriana e di Savoia, consentendo a loro di aprire un varco al di qua delle Alpi, con il controllo dell’importante valico del Moncenisio. Da questo piccolo lembo di territorio, duramente contestato dall’Impero, dalle signorie feudali e dal potere dei vescovi torinesi, i Savoia si espansero prima a Rivoli e poi a Torino, creando le premesse per cambiare la storia del Piemonte e dell’Italia. La valle conserva tuttora importanti testimonianze legate alla millenaria dinastia, dai castelli di Susa, Bruzolo, Avigliana e Rivoli, al Forte di Exilles e alla Sacra di San Michele, dai ricordi delle imprese dei duchi Carlo Emanuele I e Vittorio Amedeo II alle emozioni suscitate dalle popolari visite del Principe di Piemonte Umberto di Savoia e di Maria Josè negli anni Trenta.Questo libro permette di ritrovare le preziose tracce del passato, affrontando con il lettore un viaggio affascinante alla scoperta dei personaggi di Casa Savoia, delle loro vicende e dei luoghi che li videro protagonisti.
La storia dei Savoia e delle vicende che hanno accompagnato l’evolversi di questa dinastia, si può equiparare a un grande racconto con dei risvolti che a volte si possono avvicinare alla dimensione del fantastico.Una lunga narrazione che percorre un arco temporale di quasi mille anni e che vede coinvolti uomini, territori, istituzioni. Come per uno scherzo del destino questo casato si affaccia sul palcoscenico della Storia con Umberto I (detto il Biancamano) e si conclude con Umberto II, l’ultimo re d’Italia in un percorso che vede i Savoia prima conti, poi duchi ed infine cinti della corona regia. Come in tutti i casi umani, i mille anni hanno visto il passaggio di grandi personaggi che hanno lasciato un segno nella Storia come: il Conte Verde, Emanuele Filiberto, Vittorio Amedeo II, Vittorio Emanuele II, ed altri che non furono all’altezza del loro ruolo, però è bene avere la giusta conoscenza sia degli uni, sia degli altri, per avere una visione chiara di ciò che i Savoia furono per la Storia, prima del Piemonte e poi d’Italia.
Ricordi di un partigiano semplice in Val di Susa
FEDERICO DEL BOCA era impiegato alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, quando, nel 1962, decise di mettere sulla carta le sue memorie di vita partigiana. Aveva aspettato diciassette anni perché per lui, come per molti altri, “la guerra finì soltanto nel 1961”, nel momento in cui gli fu possibile, dopo i postumi della vita precaria da partigiano e le alterne vicende legate alla salute malferma, trovare un lavoro stabile e uno stipendio sicuro.
Il libro andò in stampa nel 1966, per i tipi di Giangiacomo Feltrinelli Editore. E Il freddo, la paura e la fame. Ricordi di un partigiano semplice, fu subito un successo.
All’armistizio (8 settembre 1943), Federico aveva diciotto anni, lavorava a Torino e frequentava la scuola serale per diventare radiotecnico. Aveva poche scelte davanti a sé: farsi prendere o salire in montagna: il Col del Lys era proprio sopra casa, una montagna alta ed impervia, con borgate isolate, che sembravano ideali per chi voleva scampare alla cattura o aspettare che la guerra finisse. Era una delle zone della prima Resistenza piemontese, come lo stavano diventando le valli cuneesi o la Valle d’Aosta o la vicina Val Chisone. Federico, ragazzo semplice, scelse di diventare partigiano per evitare di essere catturato dai tedeschi.
Nel suo racconto la realtà partigiana viene presentata senza cerimonie, nei suoi lati più crudi. Le pagine sono un grande quaderno, sul quale l’autore impara che cosa sono la fame e il freddo, la paura e il coraggio, l’incoscienza e la prudenza, la dignità e l’abiezione, il sesso e l’amor familiare, le tecniche di vita e quelle operative.
La tonalità dominante è data sempre dall’impressione di sentir scorrere, con tutte le sue ingenuità e con la sua rozzezza d’espressione, il racconto di una guerra molto diversa da quelle risorgimentali o del patriottismo borghese. Una guerra per la libertà, con la speranza di ritrovare un avvenire degno di essere vissuto.
Sessant’anni fa Torino diventava la capitale del mondo.Era il 6 maggio 1961 quando il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi inaugurava l’Esposizione Internazionale Italia ’61, organizzata per celebrare i cento anni dell’Unità.
L’evento trasformò la schiva metropoli in una città vivacissima e ricca di attrazioni che richiamarono milioni di turisti: la monorotaia o treno-aereo, il cinema a 360 gradi, gli “ovetti” che sorvolavano il fiume, le crociere in battello, i bus a due piani, un luna-park grande come tre campi di calcio.
Scritto con uno stile fresco e brillante, questo libro ripercorre, attraverso cronache, illustrazioni, testimonianze e molte curiosità inedite, la storia di quella indimenticabile avventura che fu Italia ’61.
L’Esposizione Internazionale Italia ’61 fu il biglietto da visita non soltanto di una città, ma di una nazione intera che stava vivendo gli anni ruggenti del boom economico. Fu la consacrazione del made in Italy, delle nostre eccellenze in campo imprenditoriale, artistico, culturale, tecnico e scientifico: da Agnelli a Olivetti, da Nervi a Pininfarina, da Mattei a Soldati, da Guttuso a Rossellini, da Armando Testa a Giò Ponti.
Davanti al mondo, l’immagine dell’Italia ne uscì rafforzata e Torino, prima capitale, scoprì una vocazione turistica che non aveva mai immaginato di avere.
Due buoni motivi per non dimenticare che cosa è stata Italia ’61.
La montagna della vittoria Piemontese sulle truppe francesi (19 luglio 1747)
Sulla cresta che divide l’alta Valle della Dora da quella del Chisone sorge la Testa dell’Assietta (2556 m), dove fu combattuto, il 19 luglio 1747, il più importante scontro tra Piemontesi e Francesi: un fatto che cambiò la storia del Piemonte e dell’Italia, segnando il destino di queste montagne.
Questo libro, con un’attenta analisi del territorio attraverso le fonti storiche e materiali, ci fornisce per la prima volta un quadro completo di tutte le vicende storiche che hanno avuto come protagonista l’Assietta, prima e dopo la battaglia, dal XVIII secolo fino ai giorni nostri. Il ritratto di una montagna “viva”, ricca di vestigia di un glorioso passato, con resti di fortificazioni e di antiche rotabili militari, tanto da essere considerata un vasto museo all’aperto, sempre più apprezzato da appassionati e turisti.