Storia - visita - escursioni
Tra tutti i forti della cintura fortificata alpina voluta dai Savoia, il forte di Exilles nella Valle della Dora è certamente quello più ricco di storia. Conteso aspramente nel XVI secolo, quando non era che un modesto castello di frontiera del Delfinato francese, poi passato alla sovranità sabauda dopo il rapido assedio dell’agosto del 1708, il forte è sempre stato al centro delle vicende militari e politiche dell’alta valle. Come accadde ad altri forti alpini, fu distrutto per effetto del Trattato di Parigi del 1796, dopo le sconfitte subite dal Regno di Sardegna ad opera di Napoleone Bonaparte. Quando venne ricostruito, pochi decenni più tardi, in piena Restaurazione, risorse sulle sue stesse fondamenta, con un aspetto non molto diverso dall’imponente forte settecentesco plasmato dalle mani di Ignazio Bertola e di Lorenzo Bernardino Pinto. Qualcuno disse che era nato già vecchio e ricostruito solo per compiacere l’ormai scomodo alleato austriaco, che voleva difendere la frontiera tra Piemonte e Francia, per garantirsi da un’altra guerra contro i francesi. Ma il “vecchietto” non deluse il suo ruolo e ancora a fine Ottocento ritornò ad essere il fulcro di ben due piazze militari, quella di Exilles e quella dell’Assietta, aree troppo importanti per essere trascurate dalla difesa del giovane Regno d’Italia. Ora il forte di Exilles, il più grande monumento della Valle di Susa, costituisce un punto di partenza per il rilancio della valle e dei comuni olimpici, un luogo da vivere e da frequentare tutto l’anno, con iniziative culturali o con manifestazioni destinate ad un pubblico che ne apprezzi l’eccezionalità delle strutture e della sua lunga storia.
La storia regionale attraverso le Monete e le Antiche Zecche
Ricollocare le monete e le zecche di questo volume in un contesto storico-economico nel quale il denaro non era virtuale ma concreto, e le zecche, per produrlo, non dovevano ottenere il viatico delle Banche Centrali – per noi oggi della Banca Europea – bensì disporre dei metalli utili per la coniazione. La monetazione era allora molto più tangibile di quella attuale e infatti il suo valore, come ogni altra verità economica concreta, dipendeva dall’incontro fra domanda e offerta, così come ancora oggi avviene, per esempio, per il cacao, il cotone e qualsiasi altra materia prima.
Castelli, caserforti, strutture medievali e no, complessi che hanno perduto la loro primitiva fisionomia per acquistarne una nuova, eclettica e figlia del linguaggio costruttivo e decorativo del romanticismo, costituiscono il nucleo pulsante di questo entusiasmante libro. Una guida, ma non solo, che propone un ricco e articolato panorama che può essere oggetto di gite mirate, o di passeggiate in aree relativamente ristrette, dove, accanto ai castelli, non mancherà tutta una serie di altre attrattive: visite a borghi medievali (come per esempio Bard), siti archeologici di vasta estensione (Aosta), o di minore entità ma non privi di indubbio interesse (per esempio Montjovet). Raggiungere i castelli è facile. Infatti, la segnaletica stradale è accurata e facilita l’avvicinamento con qualunque tipo di mezzo si intenda utilizzare: dall’automobile alla bicicletta; in pochi casi il raggiungimento dell’edificio è possibile solo a piedi. Un agile testo, box, curiosità, indicazioni relative ai musei, offerte eno-gastronomiche, un essenziale glossario e bibliografia fanno di questo libro un prezioso strumento per coniugare cultura e natura, storia e arte.
La millenaria storia illustrata della prima Capitale d’Italia
L’area dove sorge Torino è come un grande scrigno ricco di storia. Furono i Taurini, una popolazione celto-ligure, i primi colonizzatori della grande piana torinese, la loro presenza fu rilevante, tanto che dal loro nome derivò, in seguito, quello della città. Sotto l’impero di Augusto nacque Julia Augusta Taurinurum, la città romana i cui segni, come la Porta Palatina, sono ancora visibili ai giorni nostri. Il Medio Evo vide la vecchia città romana mutare sulla base delle esigenze dell’epoca. In seguito vi fu l’arrivo dei Savoia e Torino assunse un ruolo sempre più importante, fino a diventare a pieno titolo e con grande merito la Capitale d’Italia. E la storia continua...
Crocerossine, lavoratrici, giornaliste, femmes de plaisir, eroine, madrine….
Tra il maggio 1915 e il novembre 1918 milioni di uomini armati combatterono e morirono nelle trincee della Grande Guerra. Nel fronte interno l’esercito silenzioso delle donne visse una guerra forse meno crudele ma certo faticosa e angosciante. Attraverso i nomi e le storie, spesso quasi dimenticate o ignorate, di tanti personaggi femminili, l’autrice mette in scena l’altro modo di fare la guerra. Le donne sostituirono gli uomini partiti per il fronte sui luoghi di lavoro, in fabbrica e in campagna. Le crocerossine curarono e consolarono, sfidando i bombardamenti e i pericoli. Molte, diventate bottino di guerra, subirono la violenza dello stupro. Altre salirono per i pendii delle montagne con le gerle cariche di munizioni e viveri. Tanti modi sottovalutati e taciuti di vivere la guerra. Ma la Grande Guerra la combatterono anche loro: le donne.
25 itinerari per ammirare Torino
Questa raccolta di itinerari cicloturistici è rivolta a coloro che sono curiosi di scoprire gli angoli suggestivi di Torino, con percorsi che ci guidano fin nei punti più caratteristici della collina. È un viaggio tra storia e curiosità, sulle tracce dei re e dei borghesi, dei viaggiatori illustri che visitarono e soggiornarono a Torino e dei santi che raccolsero l’eredità umana più povera e più disperata. Quasi un romanzo, dunque, certamente un atto d’amore verso la città amata da artisti e filosofi perché come scrisse Montesquieu “Torino è piccola e ben costruita; è il più bel villaggio del mondo”.
EUROPEAN UNION FORCE IN THE CENTRAL AFRICAN REPUBLIC FORCE DE L’UNION EUROPEENNE EN REPUBLIQUE CENTRAFRICAINE
Testimonianze sull'istruzione primaria
nel Ventennio
“La scuola, il libro e il moschetto. Testimonianze sull’istruzione primaria nel Ventennio” ripercorre le tappe, a partire dalle riforme di fine ottocento, che portarono alla nascita della scuola fascista. La ricerca è stata condotta attraverso i registri scolastici, che riportano i dettami del regime, e i quaderni dei quali sono stati analizzati sia le copertine, usate come mezzo di propaganda, sia i componimenti che dimostrano che il fascismo entrò nella scuola, ma non riuscì a penetrare del tutto nelle menti dei giovani allievi che di lì a poco lottarono per riottenere la libertà perduta.
Racconti ed immagini
che raggiungono il cuore di grandi e piccini
È un libro rivolto a chi intende approfondire la conoscenza dei Fiori di Bach in maniera nuova e originale. Tramite le 38 Carte allegate, ciascuna essenza floreale viene rappresentata attraverso un racconto ed una vignetta, permettendo così al lettore di coglierne il significato servendosi semplicemente di metafore ed immagini, per una comprensione più diretta e profonda. Sono molto efficaci anche con i bambini e utili a genitori e insegnanti. Ne deriva un coinvolgimento di grandi e piccini che contribuisce a creare un prezioso scambio empatico. Vengono inoltre indicati i nuovi approcci alla floriterapia, complementari all’utilizzo classico, che hanno seguito alcuni terapeuti, per fornire al lettore la possibilità di approfondirne ed integrarne la conoscenza.
Una storia che dura 90 anni
È la storia di un gruppo alpini, quello di Rivoli, che nel 2014 festeggia i suoi novant’anni di vita; una testimonianza viva e vitale di quello che è stato fatto in tanti anni di vita associativa per la comunità e sul territorio; ma è anche la storia delle truppe alpine, degli alpini in congedo e dell’associazione che li rappresenta, l’Ana. Un grande passato, che anche il gruppo di Rivoli ha contribuito a scrivere; non a caso tra i suoi soci fondatori ci sono diversi rivolesi del battaglione Exilles, che all’inizio della Grande guerra hanno costruito una delle pagine più eroiche del corpo conquistando il Monte Nero. Il libro raccoglie non solo dati e informazioni, ma anche sensazioni, emozioni, sentimenti. Obiettivo, senza retorica, non glissa di fronte a insuccessi o a vicende scomode, ma li presenta senza pregiudizi e riesce a trasmettere lo spirito alpino, specialmente quello del gruppo di Rivoli, che ha sempre alto il senso del dovere. Se dopo tanti anni gli alpini sono più vivi che mai, lo si deve certamente all’Ana, ma anche a sezioni battagliere come quella di Torino e a gruppi cocciuti come quello di Rivoli, che non ha mai mollato e ha saputo adattarsi al cambiamento dei tempi.
