Il volume si propone di approfondire le vicende segusine degli ultimi decenni, con incursioni tra approfondimenti storici, antiche botteghe, personaggi dimenticati, segni d’artista, riflessioni sull’architettura segreta della valle. A disposizione l’accurata ricerca sulla vita amministrativa, con l’elenco di tutti coloro che chiamati dai cittadini si sono messi a servizio della Città. Ma anche di chi, in ruoli diversi, ha segnato in profondità l’identità segusina, dai Vescovi ai parroci, dalla borghesia ai commercianti, ai pittori, agli interpreti dell’arte antica del Teatro che avrà presto a disposizione, lo auspichiamo, un luogo dedicato.
La Valsusa vanta un passato millenario, tra invasioni e battaglie, sottili trame diplomatiche, alleanze e tradimenti. I Savoia ne plasmarono il destino e resero per sempre la valle e i suoi valichi, Moncenisio e Monginevro, terra sabauda.Vittorio Amedeo II fu tra i grandi che ne scrissero la storia, legandola saldamente a Torino, che strenuamente difese dall’assedio del 1706. Il libro ripercorre tra storie, leggende e curiosità le alterne vicende della Valle e la Torino juvarriana, che ancora mostra una sobria eleganza. Pensata dal Duca per essere degna capitale di un regno è compresa in una linea ideale dal Castello di Rivoli, culla dei futuri Re, alla Basilica di Superga, ultima solenne dimora.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
Fra il Piemonte e i suoi tanti castelli c’è un legame indissolubile.
L’album dei meravigliosi disegni di Enrico Gonin, qui riprodotti, fu pubblicato per la prima volta a dispense tra il 1841 e il 1857. E già trent’anni dopo, nel 1884, fu giudicato “importante perché da quella vicina epoca a noi gran parte di quegli edifici o fu atterrata o radicalmente mutata d’aspetto”. Un altro significativo pregio del lavoro di Gonin è messo in evidenza da Alessandro Rosbock: “Intorno al castello è tutto un pullulare di contadini, di abati e monaci, di bambini e di figure di genere, mentre non mancano scene di vita castellana”.
L’autore rivolge la sua attenzione a100 diversi esemplari di funghi commestibili di cui traccia per ciascuno un ritratto. La sua è una conoscenza e una narrazione profonda, fatta di nozioni e aspetti botanici e scientifici, di studio del latino, della storia e della geografia, della chimica e della fisica, dell’economia e della tradizione. Un patrimonio appreso dai libri, dalle fonti scritte e dai documenti, ma in special modo dalla trasmissione orale, dall’esperienza e dai vissuti di tutti coloro che hanno saputo e sanno convivere lealmente con l’ambiente.
Le numerose fortificazioni che puntellano ogni angolo delle Alpi di confine italiane hanno fatto parte di un grandioso sistema fortificato, nato per sbarrare le vie di avanzata ad un esercito invasore. Complesso che solo nel 1940 ebbe il nome di “Vallo Alpino del Littorio”, sebbene fosse nato una decina di anni prima. Questo volume ricostruisce le vicende che hanno portato alla nascita del Vallo Alpino, osservandone la rapida e tumultuosa evoluzione costruttiva. Non solo, racconta anche i fatti storici di cui è stato protagonista fra il 1940 e il 1945 e, per quanto riguarda i settori nord orientali, l’importanza che ebbe nella Guerra fredda (1952-1992). Le storie e la vita dei soldati della Guardia alla Frontiera, ma anche degli alpini d’arresto del dopoguerra, chiamati a presidiare e a difendere ad ogni costo queste opere, nell’attesa di un nemico che, tranne in pochi casi, non si affacciò mai davanti alle loro feritoie.
“L’opera vuol dare una rassegna rapida e sommaria, ma precisa e pratica a tutte le località verso le creste e le vette, che presentano i requisiti di aria fina, di paesaggio attraente, di passeggiate ed escursioni, di servizi e comodità turistiche sufficienti per farne luoghi di soggiorno, di cura climatica, di villeggiatura, di basi alpinistiche, insomma luoghi adatti per brevi soste e per prolungate vacanze, per il riposo e per lo svago, per il ricupero delle energie fisiche e per il sollievo dello spirito.
Le cartine geografiche delle valli, le piante delle località più importanti, le numerose illustrazioni fotografiche che corredano il volume intendono rendere più eloquente ed efficace l’invito che esso rivolge ai lettori, il consiglio che esso fornisce a ciascuno per la scelta della meta più conforme ai suoi bisogni e ai suoi gusti, l’aiuto positivo che esso porge per risparmiare tempo, fatica e dispendio nella ricerca della sistemazione che a ciascuno meglio piaccia”.
Tutte le notizie riportate nel presente volume sono riferite agli anni ’50 dello scorso secolo, di conseguenza se si vogliono tener conto delle situazioni attuali si raccomanda di confrontarle con guide aggiornate ad oggi...
Molto materiale fotografico deriva da riproduzioni di vecchie cartoline di quel periodo.
L’editore declina ogni responsabilità di qualsiasi genere sull’esattezza delle notizie se paragonate all’attualità.
Il grande ciclismo racconta storie gloriose e leggendarie legate al colle di Sestriere. Storico soprattutto per lo sport. Il colle dei record, l’unica montagna al mondo ad aver ospitato quattro eventi che nessun’altra può vantare ed allestire. L’Olimpiade invernale di Torino 2006, i Mondiali di sci alpino ’97, ma soprattutto tappe del Giro d’Italia e tappe del Tour de France. Ripetutamente.
Sestriere è stato il primo colle affrontato dal Giro d’Italia nel 1911, più di un secolo fa. Vi lasciamo immaginare le strade che dovettero percorrere nella scalata i pionieri delle corse in bicicletta. E il Tour de France è arrivato la prima volta nel ’52. Ecco perché sono davvero tante e piacevoli le imprese da leggere e da ricordare sulle nostre montagne.
Storie e imprese davvero leggendarie dei campioni di ciclismo a Sestriere ed in Valle Susa. I pionieri d’inizio novecento, costretti a salire a piedi su quelle strade, Camusso forte in salita e in discesa, Bartali che vince un’auto Balilla, la Cuneo-Pinerolo di Coppi e poi di Bitossi. I grandi scalatori stranieri, da Gaul a Bahamontes sino a Fuente, Anquetil contro Poulidor, lo strapotere di Hinault. L’irresistibile Merckx, i duelli fra Saronni e Moser, la rivelazione Indurain, le lacrime e la folla esaltata da Chiappucci, sino a Pantani, per chiudere il Novecento e in attesa dei protagonisti del terzo millennio, sul Colle dei Giochi Olimpici 2006 e sul Colle delle Finestre, grande novità recente per lo sport della bicicletta. Un lungo e piacevole racconto di oltre un secolo di sfide.