Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Con questo lavoro ci auguriamo, oltre che di soddisfare le esigenze di un turismo sempre più qualificato, di poter dare un piccolo contributo alla valorizzazione dell’arte e della storia valsusine.
Questa guida intende presentare al visitatore, in modo semplice e sintetico, l’ambiente storico ed artistico che ha visto nascere la Susa romana, l’Abbazia di Novalesa, la Sacra di S. Michele, il forte di Exilles o il borgo medievale di Avigliana, ambiente che si compone di decine di frammenti d’arte, testimonianze importanti che spesso richiedono un intervento conservativo urgente, come purtroppo accade a buona parte del patrimonio artistico italiano.
I venti mesi della lotta resistenziale, a partire dall’8 settembre, vengono qui focalizzati soprattuttoin un determinato limite territoriale che coincide con le zone alpine, le valli e le città del Piemonte in cui quel movimento nacque e si affermò. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale non coinvolse soltanto i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione, le donne in primo piano, gli operai nelle fabbriche, i soldati che dissero di No alle lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile, oltre che militare, che coinvolse una parte significativa della popolazione, come riconosciuto dallo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 settembre 2016 ha apposto sul Gonfalone della Regione Piemonte la Medaglia d’oro al Merito civile per il ruolo avuto dalla popolazione durante la lotta di Liberazione.
Dall’autunno del 1944 sulle Alpi occidentali si creò un nuovo fronte difensivo, certamente non così famoso come la Linea Gotica, ma che assunse subito una grande importanza. Su questa linea si combatté per mesi una strana guerra di posizione tra le truppe del risorto esercito francese del generale De Gaulle, rifornito dagli alleati angloamericani, e quelle tedesche, affiancate dai reparti della Repubblica Sociale di Mussolini. I difensori, bloccando i nemici sulla cresta alpina, sventarono l’aggiramento delle difese tedesche stanziate nella Pianura Padana. De Gaulle giocò sulle Alpi anche un’altra partita: certo ormai della vittoria alleata, attese il momento opportuno per scatenare l’offensiva finale ed occupare le aree nord occidentali del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta, che voleva rivendicare come riparazione per l’attacco contro la Francia del 1940. Ma l’ultima battaglia delle Alpi, combattuta pochi mesi prima della Liberazione e della conclusione definitiva del conflitto, fermò ancora una volta gli attaccanti sulle creste di confine, giocando un ruolo determinante nello stabilire gli equilibri dell’immediato dopoguerra.
Il 10 giugno 1940, l’Italia entrava in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. I primi quindici giorni dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale ebbero come teatro delle operazioni proprio la frontiera occidentale del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Riviera Ligure. Il rombo del cannone tuonò sulle montagne e i soldati italiani attaccarono i francesi che, protetti dalle opere fortificate, erano ben decisi a resistere. Il racconto di quei giorni rivive in queste piacevoli pagine di storia per non dimenticare le testimonianze di quei protagonisti che si trovarono, loro malgrado, proiettati in una serie di eventi epocali che avrebbero cambiato la propria esistenza e il volto del paese.
“Normale e complicato” è la proposta ironico/dissacrante di un metodo per affrontare i grandi dolori.
La storia illustrata del Lavoro del Lutto è povera di parole - il lettore può proiettarvi se stesso - e l’Appendice densa di dati. Come mostrano Bibliografia e grafico, tali dati derivano da studi recenti, da una ricerca che ho condotto su un campione di 100 persone e dalla mia esperienza personale e professionale.
Lavoro a questo metodo da 5 anni - dacché un grande dolore m’ha colpita in prima persona - e ho potuto verificarne l’efficacia su quei pazienti che mi si sono rivolti per l’elaborazione di una sofferenza importante.
L’obiettivo è scongiurare lo sviluppo del Disturbo da Lutto Persistente e finora, è stato sempre raggiunto.
Un lungo percorso storico per raccontare in modo semplice il cammino dell’uomo nella Valle di Susa, terra di grandi montagne, di zone di confine, di passaggi di truppe e di soldati in ogni tempo. Attraverso il racconto di Bruna Bertolo e Gianni Oliva emerge il ritratto, nei suoi elementi essenziali, di una Valle che ha vissuto nel corso dei secoli profondi cambiamenti e trasformazioni, ponendosi spesso come ponte verso i destini d’Italia. Una terra ricca di tesori d’arte, che parla della dura realtà montanara di un tempo, che rivela la fatica dell’emigrazione, che racconta gli inizi della realtà industriale e le pagine della lotta partigiana. Una grande Valle con una storia straordinaria.
L’autunno, che ingiallisce le foglie degli alberi e porta sulle nostre tavole tartufi e buon vino, è certamente il periodo migliore per visitare le dolci colline delle Langhe piemontesi. E scoprire che su ogni altura un antico castello rievoca il tormentato passato di queste terre, suddivise in numerosi feudi dei Del Carretto, degli Incisa, degli Spinola, dei Doria e di feudatari minori, finché a cavallo tra XVII e XVIII secolo, entrarono a far parte del Regno di Sardegna e poi di quello d’Italia. Il castello si integra nel paesaggio delle Langhe e rappresenta un rilevante richiamo turistico e culturale sotto il profilo storico, architettonico e artistico.
Dovunque si è conservato almeno un manufatto: alcuni andarono presto in rovina per abbandono e di essi è rimasta solo la torre a testimoniare l’importanza che avevano avuto nel passato. Diversi subirono restauri in epoche diverse, conservando ambienti di più stili e funzioni. Molti furono invece abbattuti e sostituiti da ampie e sontuose costruzioni ridotte al solo scopo residenziale, che riflettono ancora oggi l’importanza della famiglia che ne fu proprietaria.Più di millennio di storia spira attorno a queste testimonianze del passato, esprimenti ancora in alcuni casi potenza e sfarzo, mistero e sogno, in altri ancora malinconia e rammarico per la loro decadenza e scomparsa. E se vi aleggiano fantasmi, si tratta quasi sempre, non di facoltose castellane, ma di povere masche senza nome morte nelle segrete o di sfortunati protagonisti di antiche saghe familiari.
Un testo che è un invito a camminare con gli occhi aperti, sugli antichi sentieri e sulle mulattiere di guerra che la valle ha sostenuto come confine con la Francia e prima ancora percorsa dagli eserciti romani. Mulattiere e strade militari che consentono di raggiungere cime altrimenti dimenticate per la loro altezza. Sentieri che stimolano a conoscere una valle così ricca di storia e di arte che non ha uguali in Piemonte. I boschi e le praterie e i rimpianti ghiacciai danno a questa pubblicazione un’ impronta magica ed originale nella spiegazione ambientale e storica che l’autrice dedica ad ogni escursione. I rifugi descritti ricordano la storia degli alpinisti italiani e prima ancora stranieri che hanno conquistato le cime inviolate della valle di Susa. Le cime oltre i tremila metri facilmente raggiungibili consentono di effettuare traversate tra il Piemonte e il Brianzonese mettendo così in comunicazione due culture strettamente affini. Il libro è perciò un’occasione per ricercare tutti questi aspetti attraverso gli itinerari proposti descritti minuziosamente e con grande amore per la Valle di Susa.
Iluoghi raccolti in questo libro non sono certo esaustivi ma sono rappresentativi di indiscutibili valori storici, artistici e culturali del Piemonte. Sono luoghi che, raccolti in brevi schede, hanno da raccontarci qualcosa: questo libro vuole essere un’occasione di conoscenza ma anche uno stimolo a uscire di casa per una gita o un’escursione dove unire all’aspetto culturale e antropologico quello devozionale e anche l’occasione per scoprire bellezze paesaggistiche e ambientali.…e poi, perché no, per offrire uno spunto di riflessione sul fatto che la nostra esistenza è poi un cammino, da buoni pellegrini, verso “altro”, dove, nonostante il benessere, il consumismo e tutto quanto la società ci spinge a essere, la spiritualità è una indissolubile esigenza alla quale noi essere umani non possiamo rinunciare.