La storia di un uomo che partendo da un piccolo paese della Valle di Susa in provincia di Torino, Caprie dov’è sempre vissuto, ha girato il mondo seguendo le sue passioni: i motori e le corse automobilistiche. Attraverso i suoi racconti, le sue foto, gli appunti del suo archivio, numerosi articoli di libri e riviste per i quali ha collaborato, senza dimenticare il materiale web, si parla della sua vita, la giovinezza tra i partigiani nel periodo della Liberazione, la sua partecipazione impegnata nella vita sociale del suo comune e principalmente delle corse di cui è stato di volta in volta protagonista diretto stando al volante o dietro le quinte, fino ai record mondiali con vetture speciali. Tutto questo senza mai dimenticare l’amore per la famiglia che è stato il motore che lo ha guidato per tutta la vita.
Un’idea che a pochi è venuta in mente, o almeno, è venuta, ma non hanno ritenuto opportuno metterla in pratica. Parlo dell’idea di realizzare il famoso “Il Piccolo Principe” in bilingue, l’italiano nella pagina sinistra e nella pagina a fianco la traduzione in piemontese, il piemontese “dij Brandé”. Un modo di avvicinare chi non sa leggere il piemontese, tanto meno scriverlo, a questa “lingua” a volte bistrattata. La traduzione non è completamente letterale, bensì nel modo più consono della parlata piemontese. Un modo divertente, insomma!
Le trasformazioni di Rivoli, da cittadina prevalentemente agricola raccolta attorno al suo imponente Castello sulla collina morenica, a città caratterizzata da un intenso sviluppo industriale. Un’evoluzione raccontata attraverso una serie di fotografie, tratte dagli “antichi cassetti” dei Rivolesi, che testimoniano i cambiamenti avvenuti tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900. Scorci insoliti, volti quasi dimenticati, pagine di costume, fasti e miserie di quel Castello che, da tanti secoli, costituisce un tratto distintivo della città: un modo per ricostruire pagine di Storia raccontate soprattutto dalle immagini.
Resistenza in cucina: è così che si può definire il contenuto del libro di Bruna Bertolo che non è una semplice raccolta di ricette, ma un’immersione vera e propria nel quotidiano degli Italiani negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Nel volume, accanto alle ricette suggerite dalla fantasia delle donne del tempo, ritrovate nei giornali
o raccolte attraverso preziose testimonianze orali, molte pagine di costume, storie personalidi coraggio e di sacrificio in un’Italia devastata dai bombardamenti e trasformata radicalmente anche nelle sue abitudini alimentari. E mentre di giorno in giorno cresceva la fame, in cucina le donne “nutrivano” la loro creatività con le ricette del “poco e del senza”, come evidenzia la prefazione di Pier Franco Quaglieni.
In edicola con il quotidiano La Stampa e Secolo XIX
La storia dei Savoia e delle vicende che hanno accompagnato l’evolversi di questa dinastia, si può equiparare a un grande racconto con dei risvolti che a volte si possono avvicinare alla dimensione del fantastico.Una lunga narrazione che percorre un arco temporale di quasi mille anni e che vede coinvolti uomini, territori, istituzioni. Come per uno scherzo del destino questo casato si affaccia sul palcoscenico della Storia con Umberto I (detto il Biancamano) e si conclude con Umberto II, l’ultimo re d’Italia in un percorso che vede i Savoia prima conti, poi duchi ed infine cinti della corona regia. Come in tutti i casi umani, i mille anni hanno visto il passaggio di grandi personaggi che hanno lasciato un segno nella Storia come: il Conte Verde, Emanuele Filiberto, Vittorio Amedeo II, Vittorio Emanuele II, ed altri che non furono all’altezza del loro ruolo, però è bene avere la giusta conoscenza sia degli uni, sia degli altri, per avere una visione chiara di ciò che i Savoia furono per la Storia, prima del Piemonte e poi d’Italia.
Pensare di realizzare immagini dei paesi della Valle di Susa solo salendo per le strade di montagna, non è possibile su tutto il territorio, solo da alcune strade affacciate sulla valle e sgombre di vegetazione si possono ottenere buone inquadrature, per fare un servizio completo serve un mezzo aereo…
Originalità delle ferroviein Italia, in Europa e nel Mondo
Questo libro è dedicato ai treni e alla ferrovia, però si propone un altro scopo: in tempi di così rapidi cambiamenti tecnologici, vuole fissare e trasmettere al lettore alcune notizie sull’argomento, di cui in genere si sa poco o nulla.
Cercando quindi di appagare quelle piccole curiosità sui treni e le reti ferroviarie, che un tempo, solo con grande pazienza, si conoscevano grazie all’aiuto di qualche amico macchinista o ferroviere. Elementi e notizie di cui oggi, complice la tumultuosa evoluzione dei mezzi, altrettanto velocemente se ne perde per sempre la memoria. Chi ha amato la ferrovia in qualche tempo, anche lontano, della sua vita, non mancherà di apprezzarne il contenuto e di rivivere il fascino del lungo convoglio che attraversa città e campagne fischiando nel buio della notte.
Il Rocciamelone è una straordinaria montagna, ricca di storia, di fede e di umanità. Questo libro, con un’attenta analisi del territorio attraverso le fonti storiche e materiali, permette di delineare un quadro completo di tutti gli aspetti e i fatti che l’hanno resa così importante per la valle. Dalla prima ascensione alpina che la storia ricordi, quella di Bonifacio Roero alle salite dei principi di Casa Savoia tra il XVII e il XX secolo, dalle peripezie legate alla realizzazione del monumento alla Vergine e del santuario più alto d’Europa, agli arditi esperimenti scientifici di primo Ottocento, senza peraltro trascurare le vicende storiche più recenti relative all’ultimo conflitto e alla Resistenza (1940-1945).
Una visione d’insieme, ma anche una testimonianza della gente comune che, con le proprie paure e le proprie gioie, con la propria fede e le proprie speranze, ha contribuito a rendere così “sacro” il Rocciamelone.
Dalla Valle d’Aosta a Ventimiglia:come si viveva e si combatteva nelle opere fortificate
Dalla Valle d’Aosta e Ventimiglia. Dopo aver esaminato le vicende che hanno portato alla nascita del sistema fortificato e averne osservato la rapida e tumultuosa evoluzione, anche in relazione ai ben noti fatti storici di cui è stato protagonista, vengono presentati, per ogni settore di copertura del Vallo Alpino, gli itinerari di visita, fornendo notizie relative alle principali opere presenti e alle loro caratteristiche funzionali e tecniche.
Fortificazioni ancora ben conservate e facilmente raggiungibili con semplici escursioni adatte a tutti.
La Valle di Susa, con la sua storia di transiti internazionali, è stata percorsa da molti personaggi, pionieri della fotografia, che ci hanno lasciato servizi fotografici indimenticabili.
È appunto da queste collezioni che è possibile ricavare oggi, documenti di un tempo passato, immagini di paesi antichi con profili di montagne conosciute e castelli merlati carichi di storia e tradizioni. Valle di confine che trasuda storia e tradizioni, con scorci e scenari di rara bellezza.
L’interesse per le pubblicazioni di fotoimmagini antiche cresce di anno in anno, e le caratteristiche dei volumi vanno cambiando, anche per l’instaurarsi della cosiddetta “civiltà dell’immagine”.
In questo volume abbiamo voluto accostare alle vecchie immagini analogiche alcuni scatti digitali. Sono passati oltre 150 anni tra le due tecnologie, ma secondo noi, forse perché la fotografia l’abbiamo nel sangue, le fotografie sono la nostra memoria nel tempo.
Ci sono luoghi, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è un’immagine che li racconta.
“Ciò che rende la fotografia una grande invenzione è che le sue materie prime principali sono la luce e il tempo”.
I laghi sono sempre stati un elemento attrattivo capace di suscitare i sentimenti più vari; dalla quiete riposante al sogno, dall’ansia al mistero, dalla curiosità all’estasi della bellezza. Sulle loro sponde sono sorti villaggi, borghi, cittadine dove gli uomini hanno creato con quell’acqua, mai del tutto conosciuta, un’intimità profonda che hanno scritto, quasi scolpito nelle case, fissato nei mestieri, tramandato nelle tradizioni.
Scoprire un borgo e il suo lago significa dunque entrare nel frammento di una microscopica storia, unica e irripetibile, penetrandone gli anfratti più reconditi e i segreti più taciuti e infine aprire gli occhi sulla meravigliosa diversità di ognuno di quei fantastici e celati mondi.
Pubblicando vecchie fotografie non si vuole soltanto rievocare l’ambiente e il modo di vivere di una società che va scomparendo o il rimpianto sterile per un mondo contadino che richiedeva ai montanari una vita di rinunce oggi inconcepibile, ma vuole essere un documento storico insostituibile e prezioso di una condizione umana che difficilmente potrebbe essere delineata in tutte le sue complessità solo mediante fonti scritte.
Il tempo, sono gli ultimi anni dell’800 e i primi decenni del’900, anni decisivi per la costruzione del nuovo stato italiano e il miraggio di più facili fonti di sostentamento, legate allo sviluppo dell’industrializzazione in tutta la valle.
Le persone, una popolazione di contadini tenaci e innamorati della propria terra costretti ad affrontare una delicata fase di trasformazione che dava luogo a quel fenomeno di abbandono delle borgate alpine e allo spopolamento delle campagne.
I luoghi, partendo da Claviere, al confine con la Francia e dal Moncenisio, ancora italiano, fino alle porte di Torino seguendo il corso della Duria Minor (Dora Riparia) toccando 41 comuni.