Immagini vecchie e nuove
La Valle di Susa, con la sua storia di transiti internazionali, è stata percorsa da molti personaggi, pionieri della fotografia, che ci hanno lasciato servizi fotografici indimenticabili. È appunto da queste collezioni che è possibile ricavare oggi, documenti di un tempo passato, immagini di paesi antichi con profili di montagne conosciute e castelli merlati carichi di storia e tradizioni. Valle di confine che trasuda storia e tradizioni, con scorci e scenari di rara bellezza. L’interesse per le pubblicazioni di fotoimmagini antiche cresce di anno in anno, e le caratteristiche dei volumi vanno cambiando, anche per l’instaurarsi della cosiddetta “civiltà dell’immagine”. In questo volume abbiamo voluto accostare alle vecchie immagini analogiche alcuni scatti digitali. Sono passati oltre 150 anni tra le due tecnologie, ma secondo noi, forse perché la fotografia l’abbiamo nel sangue, le fotografie sono la nostra memoria nel tempo. Ci sono luoghi, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è un’immagine che li racconta. “Ciò che rende la fotografia una grande invenzione è che le sue materie prime principali sono la luce e il tempo”.Chi legge questo libro nella speranza di trovare una descrizione di itinerari è parzialmente fuori strada. Certo i dati tecnici sono stati indicati chiaramente e in modo dettagliato, ma ogni escursionista-esploratore se non è dotato di cartina non è che un turista da agenzia. Carta alla mano allora ed altimetro per scoprire tutti i segreti che il libro cerca di svelare in una raccolta di proposte escursionistiche e turistiche che investono tutto l’anno, che giorno per giorno dimostrano come la valle di Susa e le valli tributarie, che modellano i confini di questo territorio come una foglia di platano, offrono ai camminatori curiosi. Che cos’è allora questa raccolta?
È un inno alla valle di Susa, tanto sfruttata e bistrattata, tanto accusata e utilizzata, ma che offre scenari di rara bellezza al tramonto sul Seguret con le sue cargnole rossastre o al primo mattino, al sorgere del sole dal Rocciamelone. Non solo. In inverno quale sorpresa nello svegliare i villaggi addormentati sotto la neve con gli sci o le ciaspole! E poi, tornando indietro nel tempo, tentare di visitare questa valle quando ancora viveva della sua economia, senza impianti di risalita o autostrade e inspiegabili progetti di trafori sotto i ghiacciai del massiccio d’Ambin!. Che emozione pensare che questa valle aveva floridi commerci e che il primo traforo d’Italia lo ha fatto proprio Cavour a Bardonecchia…ma anche le attività più umili, le fienagioni, le miniere e le cave di estrazione. E poi le guerre, le soldataglie, le fortificazioni, le gallerie, la storia dei militari che hanno vissuto nel freddo e nella paura e che hanno costruito quel patrimonio di strade militari che portano in alto e che poche vallate hanno, così panoramiche e percorribili. Per non dimenticare la vita della povera gente, i balli sui prati per celebrare i raccolti, i lutti e le miserie, le partenze e le emigrazioni. Ecco, la valle di Susa è tutto questo. L’autrice ha cercato di rappresentarlo sperando di avvicinarsi il più possibile alla cultura di un tempo, seppure con occhi lontani, ma pieni di ammirazione per le potenzialità che questa valle avrebbe ancora se solo gli amministratori attuassero una politica più oculata, nella speranza che la valle torni a rivivere, attraverso i sogni di qualche giovane fiducioso, il suo passato glorioso.
Gli ex voto analizzati sono una testimonianza visiva della vita quotidiana degli alpigiani, che ci è stata tramandata nei secoli. Molti sono i santuari, le chiese, gli oratori, le cappelle ed i piloni votivi sulle nostre montagne, che troppo spesso versano in condizioni fatiscenti, poiché prima ancora che il denaro, mancano le persone. Con questa ricerca si intende far conoscere l’importanza degli ex voto, la maggior parte dei quali ruota attorno alla famiglia, perno vitale delle attività economiche sulle quali puntare, per una ripresa di sviluppo in chiave attuale senza rinunciare alla tecnologia del nuovo millennio. A fianco, due quadretti votivi con cronache del tempo ancora attuali: un delitto passionale, ed un fenomeno di bullismo… ante litteram!
Il sistema Fell
ad aderenza artificiale
Da ferroviere dilettante ho avuto la gradita sorpresa di suscitare l’interesse e il consenso dei lettori; la prima edizione è stata esaurita in breve tempo. Ora, accogliendo le cortesi richieste di amici, amatori, enti, il libro viene nuovamente pubblicato grazie all’interessamento di un giovane e dinamico editore particolarmente interessato ad argomenti di storia piemontese e della valle di Susa. La prima parte è dedicata alle vicende della Mont-Cenis Railway con un accenno alle altre ferrovie Fell; per chi vuole descrizioni e dettagli tecnici c’è la seconda parte, in cui sono illustrate le locomotive e i particolari dispositivi. Un cordiale ringraziamento va allo storico ferroviario inglese F.K. Pearson, che ha fornito molte interessanti notizie dal suo inesauribile archivio e a Mr. J. Cooke per le belle stampe da riviste dell’epoca e all’Institution of Civil Engineers di Londra che ha rintracciato i disegni tecnici della prima locomotiva Fell.
Enrico Pieri
Viaggio attraverso la storia e i luoghi
Fra la Valle di Susa e la Casa Savoia si è stabilito nei secoli un legame indissolubile: poco dopo il Mille essa divenne la prima terra piemontese ad accogliere i Conti di Moriana e di Savoia, consentendo a loro di aprire un varco al di qua delle Alpi, con il controllo dell’importante valico del Moncenisio. Da questo piccolo lembo di territorio, duramente contestato dall’Impero, dalle signorie feudali e dal potere dei vescovi torinesi, i Savoia si espansero prima a Rivoli e poi a Torino, creando le premesse per cambiare la storia del Piemonte e dell’Italia. La valle conserva tuttora importanti testimonianze legate alla millenaria dinastia, dai castelli di Susa, Bruzolo, Avigliana e Rivoli, al Forte di Exilles e alla Sacra di San Michele, dai ricordi delle imprese dei duchi Carlo Emanuele I e Vittorio Amedeo II alle emozioni suscitate dalle popolari visite del Principe di Piemonte Umberto di Savoia e di Maria Josè negli anni Trenta.Questo libro permette di ritrovare le preziose tracce del passato, affrontando con il lettore un viaggio affascinante alla scoperta dei personaggi di Casa Savoia, delle loro vicende e dei luoghi che li videro protagonisti.
Sentieri e mulattiere su percorsi spettacolari e rilassanti
Scopo di questa pubblicazione è invitare tutti, anche chi è meno esperto, a percorrere i sentieri della valle di Susa per scoprire il fascino discreto e nascosto di queste montagne ricche di tesori ambientali ed artistici. A poca distanza dagli impianti sciistici, curiosi borghi disabitati e baite recuperate con raffinata intelligenza testimoniano comunità che vogliono ritornare a riaffermarsi per sottolineare un passato travagliato e prestigioso, che cerca di riappropriarsi del ruolo della cultura popolare da cui abbiamo ereditato un patrimonio storico e linguistico che si è tramandato fino a noi con il suo folckore e le sue rappresentazioni. Gli itinerari descritti permettono di superare i confini naturali delle ampie valli tributarie della valle di Susa, aprendo allo sguardo più attento, scenari sorprendenti, a volte misteriosi, che parlano al nostro intimo quasi senza renderci conto. Passeggiando tra le pinete sarà facile cogliere il sussurro del vento tra le foglie di alberi secolari che hanno assistito ad antiche e cruente guerre e rappresaglie e al contempo godere del rumore allegro dei ruscelli che scendono destreggiandosi tra i sassi e che offrono gratuito refrigerio. Carta alla mano allora con altimetro per scoprire tutti i segreti che il libro cerca di svelare in una raccolta di proposte escursionistiche e turistiche.
Comprende: Val Sangone, Moncenisio e Briançonese
1129 KM DI PERCORSI IN MTB Dalla Bassa Valle Susa inclusa la Val Sangone al Lago del Moncenisio e dall’Alta Valle al Briançonese. L’evoluzione della mountain bike insieme allo zaino dell’esperienza dal 1988 al 2015. Mai fermi!!30 itinerari studiati ad hoc per soddisfare tutti i gusti, dal facile al cicloalpinismo. A pag. 4 un unico QR CODE vi permetterà di visionare direttamente tutti i tracciati GPS in formato gpx.
Storia - visita - escursioni
Tra tutti i forti della cintura fortificata alpina voluta dai Savoia, il forte di Exilles nella Valle della Dora è certamente quello più ricco di storia. Conteso aspramente nel XVI secolo, quando non era che un modesto castello di frontiera del Delfinato francese, poi passato alla sovranità sabauda dopo il rapido assedio dell’agosto del 1708, il forte è sempre stato al centro delle vicende militari e politiche dell’alta valle. Come accadde ad altri forti alpini, fu distrutto per effetto del Trattato di Parigi del 1796, dopo le sconfitte subite dal Regno di Sardegna ad opera di Napoleone Bonaparte. Quando venne ricostruito, pochi decenni più tardi, in piena Restaurazione, risorse sulle sue stesse fondamenta, con un aspetto non molto diverso dall’imponente forte settecentesco plasmato dalle mani di Ignazio Bertola e di Lorenzo Bernardino Pinto. Qualcuno disse che era nato già vecchio e ricostruito solo per compiacere l’ormai scomodo alleato austriaco, che voleva difendere la frontiera tra Piemonte e Francia, per garantirsi da un’altra guerra contro i francesi. Ma il “vecchietto” non deluse il suo ruolo e ancora a fine Ottocento ritornò ad essere il fulcro di ben due piazze militari, quella di Exilles e quella dell’Assietta, aree troppo importanti per essere trascurate dalla difesa del giovane Regno d’Italia. Ora il forte di Exilles, il più grande monumento della Valle di Susa, costituisce un punto di partenza per il rilancio della valle e dei comuni olimpici, un luogo da vivere e da frequentare tutto l’anno, con iniziative culturali o con manifestazioni destinate ad un pubblico che ne apprezzi l’eccezionalità delle strutture e della sua lunga storia.