Dopo l’8 settembre 1943 e per tutto il 1944-45 la guerra ritornò sulle Alpi occidentali. Un fronte difficile, di sicuro molto meno importante e conosciuto della lineaGustav nell’Italia meridionale. Sulla cresta delle Alpi si combatté per mesi una strana guerra di posizione. Da una parte le truppe alleate e quelle del risorto esercito francese del generale De Gaulle, che non avevano la forza di passare all’offensiva in un terreno così aspro. Dall’altra alcuni reparti tedeschi della Wehrmacht, affiancati dalle divisioni della Repubblica Sociale di Mussolini, schierati in difensiva per bloccare l’aggiramento delle forze stanziate nella Pianura Padana. De Gaulle, ormai sicuro della vittoria alleata, attendeva il momento opportuno per scatenare l’offensiva finale ed occupare le aree occidentali del Piemonte e della Valle d’Aosta. Territori che voleva rivendicare come riparazione per l’attacco contro la Francia del 1940. L’ultima battaglia delle Alpi, combattuta pochi mesi prima della Liberazione e della conclusione definitiva del conflitto, fermò ancora una volta gli attaccanti sulle creste di confine, giocando un ruolo determinante nello stabilire gli equilibri dell’immediato dopoguerra.
Camillo Cavour, chi era costui? Un raffinato politico? Un grande uomo di Stato? Un tessitore di trame non sempre limpide?
Il grande costruttore dell’Italia unita? Un uomo dal carattere scontroso e irascibile? Uno che voleva, a tutti i costi, raggiungere gli obbiettivi prefissati?
Un politico che seppe barcamenarsi in situazioni delicate e complesse? Il vero padre della nostra Patria?
Probabilmente era l’insieme delle caratteristiche elencate, la cui fusione ha fatto di lui uno dei più grandi personaggi dell’Ottocento.
La sua azione volta al conseguimento delgrande risultato di fare dell’Italia unaNazione libera e indipendente è stata poderosa e non priva di rischi e contrarietà.
La vita di Camillo Cavour è da vedersi come un insieme di momenti di gloria e altri di sconforto, tanto che si può raccontare alla stregua di un grande romanzo: la storia di una grande vita.
I primi cento anni della sezione alpini di Vercelli sono rappresentati in questo volume attraverso racconti e fotografie. Non si tratta di un vero e proprio libro storico, ma di una raccolta di argomenti significativi che hanno caratterizzato questi cento anni. Strutturato in cinque parti, il percorso parte dalle origini, per poi affrontare i grandi temi vissuti a livello nazionale che hanno trovato riscontro nella realtà vercellese, la vita contemporanea, la presenza sul territorio attraverso i suoi diciotto gruppi ed infine un’appendice che raccoglie alcune curiosità. La stesura ha visto l’impegno e la collaborazione di alcuni studenti di scuola media secondaria che hanno avuto l’occasione di conoscere la storia di alcuni nostri “veci” e vedere da vicino l’impegno quotidiano profuso nel volontariato attraverso il gruppo di Protezione Civile.
1924-2024: continuare verso il futuro, è il titolo giusto per un libro fotografico che vuole trasmettere il nostro stile di vita, i nostri valori e soprattutto la capacità di farne memoria, attraverso qualche migliaio di alpini vercellesi che in questi cento anni hanno voluto raccogliere lo zaino delle glorie dei nostri avi per portarlo verso il futuro.
Il volume di Bruna Bertolo ripercorre i venti mesi della lotta resistenziale in Piemonte, a partire dall’8 settembre 1943, evidenziandone, in chiave sintetica, i principali momenti. Accanto alla guerra portata avanti dagli Alleati, il grande movimento resistenziale coinvolse non solo i partigiani saliti sulle montagne, ma l’intera popolazione: un ruolo fondamentale fu quello delle donne, degli operai nelle fabbriche, dei soldati e degli ufficiali che rifiutarono le lusinghe nazifasciste, affrontando lunghi periodi di prigionia nei campi di lavoro in Germania. Una Resistenza civile oltre che militare che seppe coinvolgere una parte significativa della popolazione creando una nuova coscienza civile e politica che troverà nella Costituzione la sua espressione migliore.
Battaglie nei secoli sul Valico da Annibale al Trattato di Pace
Moncenisio cuore di una regione alpina che ha unito, messo in contatto e collegato popolazioni, ambienti, tradizioni, lingue, trionfi e miserie umane. Lo conobbero condottieri, imperatori, papi, eserciti, mercanti e pellegrini.
Questo libro racconta le battaglie avvenute nei secoli sul Valico come un filo conduttore per narrare la Storia del Moncenisio, ma anche le storie umane di quanti vennero coinvolti. Misterioso, affascinante, mai indifferente, il Colle viene narrato nelle sue guerre, perché si abbia il piacere della lettura storica, la voglia di conoscere queste montagne senza retorica e le capacità di valorizzare e reinvestire una grande eredità per realizzare un futuro di valico aperto.
Aperto a chi lo vuole frequentare e vivere, ma anche a chi crede che siano un valore aggiunto i grandi movimenti storici che lo hanno visto protagonista, tanto da costituire l’esempio di una regione europea omogenea, fatta di genti che le montagne uniscono anziché dividere e le diversità arricchiscono anziché farle scontrare.
NOVITA'- Puoi ascoltare le fiabe sonore utilizzando il QRcode!
I nove racconti che riporta il testo sono stati trascritti dalle registrazioni vocali della Mamma dell’autrice, raccolti in momenti e luoghi diversi. La trasposizione fonetica in forma scritta è stata ottenuta con il prezioso aiuto di esperti a cui va un doveroso ringraziamento. Le tre versioni di ogni storia non sono letteralmente coincidenti poiché ogni volta che venivano raccontate la Narratrice aggiungeva o cambiava dei particolari, pur conservando il filo del discorso e il suo significato morale. Ora che sono scritte, spetta al lettore interpretare e arricchire le storie, magari possono ancora servire per incantare e stimolare la fantasia di qualche nipotino…
Nella tradizione culinaria delle vallate piemontesi troviamo ricette che sono scese verso la pianura per farsi conoscere e apprezzare anche con i loro sapori forti, ricchi di proteine,
di sostanza, perché ideate per nutrire persone abituate al lavoro duro, ai climi rigidi, alla fatica. L’estro umano, delle nonne e dei nonni in prima fila, non si è mai posto molti limiti e ha creato nel tempo ricette fantasiose, buone, gustose e ideali per tutti i palati.
Mondo vegetale e mondo animale che sono la montagna e che diventano componenti essenziali del gusto e dell’arte della cucina.
Le montagne che uniscono Valsusa con la Dora Riparia e Brianzonese con la Durance sono da sempre caratterizzate dalla peculiarità di svolgere un’azione di cerniera tra territori e popoli molto più che di segnare un confine tra stati. Certo le guerre hanno diviso gli spartiacque che vengono rafforzati con fortificazioni che hanno separato uomini e donne che questi luoghi hanno vissuto, plasmato e modificato. Le fortificazioni che tanto hanno intimorito le genti dei due versanti, non hanno impedito le frequentazioni ed i commerci tra le differenti comunità alpine. Sono loro, nel maestoso contesto alpino che le ospita, le vere protagoniste di queste escursioni con le miniere, i manufatti, i luoghi nel tempo, nella dimensione della riscoperta di un passato, remoto e prossimo, ancora strettamente correlato con il presente.
Gli itinerari di questo libro sono stati scelti per essere raggruppati a tematiche storico-artistiche, dove anche l’aspetto naturalistico e paesaggistico è di primaria importanza. Se con il trattato di Utrecht del 1713 l’Alta Valle della Dora passava al Piemonte, ha conservato però manifestazioni artistiche, architettoniche e figurative di tradizione ancora tipicamente francofona, per ragioni di vicinanza e di affinità che neanche i nuovi confini hanno potuto cancellare. I due territori della Durance e della Dora, francese e italiano, sono caratterizzati infatti da molti valichi stradali che consentono facilmente l’accesso ad entrambi i versanti con ampie vallate caratterizzate da ricchezze che ben attestano la comune appartenenza.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. I primi quindici giorni dell’Italia nella Seconda Guerra mondiale ebbero come teatro delle operazioni proprio la frontiera occidentale del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Riviera Ligure. Il rombo del cannone tuonò sulle montagne e i soldati italiani attaccarono i francesi. L’offensiva si rivelò più tormentata del previsto, contro un nemico che, se sul fronte del nord est cedeva di fronte alla soverchiante avanzata delle armate tedesche, su quello alpino, ben protetto dalle opere fortificate, era deciso a resistere alle azioni offensive italiane.
Il racconto di quei giorni rivive in queste pagine, dove si alternano voci ed episodi di un conflitto difficile, nel quale gli avversari si fronteggiavano duramente, confrontandosi con l’ambiente severo della montagna. Il primo capitolo di una guerra che, in pochi anni, avrebbe portato alla fine del regime fascista e cambiato per sempre il destino del Paese.
Compare tra i finalisti del prestigioso Premio
“Monte Carmignano per l’Europa Memoria e Riconciliazione”
Il fulcro di questo volume è dato dal libro sulla “Bell’Alda” che ci fa conoscere un Calandra autore dimenticato, scrittore, pittore ed illustratore minuzioso quanto curioso e gentile nelle sue novelle. Nel libro si trovano integrazioni di altri autori comeAngelo Brofferio con “La Bell’Alda e i laghi di Avigliana”, Massimo D’Azeglio con “La Sacra di San Michele” ed i suoi dipinti, terminando con Pietro Galateri nello scritto “Arnaldo Dalla Rosa Romanzetto storico”.