Era uncorso d’acqua limpida, tiepida, ricca di vegetazione subacquea, abitata da una fauna incredibilmente numerosa che cercherò di elencare e descrivere.
Era come un’oasi di diversità rispetto all’ambiente che lo circondava. Bastava una minima osservazione per scorgervi una grande varietà di piante e animali attirati da un’acqua diversa, profondamente diversa da quella della Dora Riparia e delle “bealere” dal fiume derivanti, soggette a periodiche manutenzione e “asciutte”.
Giovanni Carron e la nascita di Buttigliera nel contesto dello Stato sabaudo dei secoli XVII e XVIII e delle riforme di Vittorio Amedeo II.
Le proprietà terriere, le coltivazioni e gli allevamenti. Le abitazioni, l’istruzione e il sistema scolastico. La sanità, le epidemie di colera e l’armadio farmaceutico. La leva militare nelle guerre risorgimentali. Le vie di comunicazione e i mezzi di trasporto. La costruzione della ferrovia e l’avvento del telegrafo. Il nuovo acquedotto.
L’industrializzazione, la famiglia Vandel e la costituzione della comunità di Ferriera.
I primi conflitti di lavoro. Il triste declino della famiglia Carron. Le avversità e i lutti nella prima Guerra Mondiale. Strade, vie e piazze, la toponomastica attraverso il tempo.
Imparare a conoscere e osservare uccellie mammiferi, dalla montagna alla pianura
Il portamento altero dell’aquila e la regalità del cervo. Forcelli che si affrontano sulle arene per la conquista di una femmina, la curiosità dell’ermellino, il mistero dei gruccioni che portano con sé un pezzo d’Africa, le movenze eleganti degli svassi nella danza d’amore, la frenesia dei codibugnoli e la presenza defilata del lupo.
Tutto questo e altro ancora viene raccontato dalle fotografie e dalle schede tecniche di questo libro in cui, a farla da padroni, sono i mammiferi e gli uccelli, parte essenziale dello straordinario mondo della fauna piemontese. Conoscerli ed emozionarsi, come per un incontro durante un’escursione.
Attento lettore, questo libro non è una guida turistica, non è un collage di immagini e fatti, non è un diario personale, non è un romanzo. La trasversalità di tutti questi generi ne è la caratteristica. A te il piacere di scoprire il sottofondo che armonizza queste pagine.
“Di lassù, nelle splendide e fatate sere di luna del mese di luglio, lo sguardo si posava su Giaveno e si allungava fino a corso Francia per terminare a Torino e la sua collina - tutta una luce unica - Bello, bellissimo, indimenticabile!
E poi, il circondario di Giaveno, le sue Borgate. Sicuramente non immaginavate che le borgate di Giaveno sono più di… cento”.
Le trasformazioni di Rivoli, da cittadina prevalentemente agricola raccolta attorno al suo imponente Castello sulla collina morenica, a città caratterizzata da un intenso sviluppo industriale. Un’evoluzione raccontata attraverso una serie di fotografie, tratte dagli “antichi cassetti” dei Rivolesi, che testimoniano i cambiamenti avvenuti tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900. Scorci insoliti, volti quasi dimenticati, pagine di costume, fasti e miserie di quel Castello che, da tanti secoli, costituisce un tratto distintivo della città: un modo per ricostruire pagine di Storia raccontate soprattutto dalle immagini.
La millenaria storia illustrata della prima Capitale d’Italia
L’area dove sorge Torino è come un grande scrigno ricco di storia. Furono i Taurini, una popolazione celto-ligure, i primi colonizzatori della grande piana torinese, la loro presenza fu rilevante, tanto che dal loro nome derivò, in seguito, quello della città.
Sotto l’impero di Augusto nacque Julia Augusta Taurinurum, la città romana i cui segni, come la Porta Palatina, sono ancora visibili ai giorni nostri.
Il Medio Evo vide la vecchia città romana mutare sulla base delle esigenze dell’epoca.
In seguito vi fu l’arrivo dei Savoia e Torino assunse un ruolo sempre più importante, fino a diventare a pieno titolo e con grande merito la Capitale d’Italia.
E la storia continua...
Questo libro si propone di conoscere Torino, troppo spesso considerata solo città dell’automobile, come metropoli elegante e austera nello stesso tempo, dalle molteplici sfaccettature: antica capitale del regno sabaudo, culla del Risorgimento, città industriale e laboriosa che ha saputo anche reinventarsi e divenire polo di innovazione e di sperimentazione culturale, senza peraltro dimenticare i suoi Santi sociali, Cottolengo e Don Bosco, che ancora oggi ne connotano lo spirito assistenziale.
È conosciuta per le sue regge, per le eleganti piazze, per i suoi monumenti ricchi di storia, per il Museo del Cinema e per il Museo Egizio, secondo solo a quello del Cairo, ma che sorprende anche per certe sue “curiosità” inaspettate, gelosamente custodite con sobria riservatezza dai Torinesi,parsimoniosi e quasi restii a mostrare le loro meraviglie. Percorrere la città senza fretta, gustandone l’atmosfera borghese, le raffinate architetture, i bei viali ampi, che ne fanno una piccola Parigi, le vie dritte, i parchi, e soprattutto, soffermarsi su alcune peculiarità, per così dire minori, ma non per questo meno interessanti, è quanto suggeriamo negli itinerari di questa guida che non ha la pretesa di essere esaustiva, ma vuole “incuriosire”, “mettere sul gusto” il turista che intraprende il suo “petit tour” di scoperta.